Riassunto per immagini di fine anno
Iconografie, XXI secolo (@iconografiexxi su Instagram, @iconografie2019 su Facebook) è un progetto di ricerca su quello che resterà di questo nuovo secolo. Si propone di osservare il presente con gli occhi di uno storico del futuro, con particolare attenzione per le cose «che non dovrebbero esistere ma che esistono lo stesso», che sono la vera chiave di lettura del contemporaneo.
La convinzione è che per capire lo spirito del tempo in un dato momento storico non basti seguire l’attualità sui giornali né studiare i processi storici generali che vengono registrati dai libri di storia, ma serva andare a guardare quegli eventi minori che scivolano tra le maglie del racconto storico, che entrano nel ciclo delle notizie solo occasionalmente ma che presi insieme, uno dopo l’altro, costituiscono l’humus in cui cresce la storia. Il rapporto eventi storici e cultura è dialettico: dalla somma dei primi ci appare la seconda, alla luce della seconda capiamo il valore dei primi.
Lo scorso giugno avevamo selezionato un po’ di immagini per riassumere il senso dei primi sei mesi dell’anno: eccoci di ritorno con la seconda parte del nostro racconto, con una selezione di icone per gli ultimi sei.
LUGLIO
Nell’ambito di un’indagine che ha portato all’arresto di una rete di neofascisti pieni di armi e munizioni, si scopre che un militante di Forza Nuova aveva in casa un missile aria-aria dell’esercito del Qatar – perché non si sa mai, in questi tempi turbolenti.
La nuova scritta «I <3 Raqqa» nell’ex capitale dello Stato Islamico, una delle priorità della ricostruzione dopo la riconquista della città.
AGOSTO
I membri di Karpatska Sich, gruppo neonazista ucraino noto per aver di recente attaccato il Pride di Kiev, hanno tradotto e pubblicato in ucraino e in russo il manifesto di Brenton Tarrant, autore della strage di Christchurch. Qui una composizione di copie cartacee.
Il jihadista in mezzo ai fiori, da un recente set fotografico dei Talebani.
Gli annunci di matrimoni annullati su un giornale del Kashmir, dopo il giro di vite delle forze di sicurezza indiane che hanno isolato la regione.
SETTEMBRE
La manifestazione di Fridays For Future a Kabul, Afghanistan, protetta da una scorta armata.
OTTOBRE
Due miliziani dell’esercito di Haftar che, in un momento di relax nella casa abbandonata da un profugo, saccheggiano le Barbie e fanno foto da scemi con le bombe a mano come collane.
In un servizio fotografico di propaganda che diventa presto virale in tutto il mondo, il leader nordcoreano Kim Jong-un si fa ritrarre in sella a un cavallo bianco sul monte Paektu, sacro per i coreani, mentre pensa – dice la didascalia – «a una grande operazione che meraviglierà il mondo».
La seconda metà del 2019 è stata caratterizzata dall’esplosione di enormi movimenti di protesta in tutto il mondo e, di conseguenza, dall’apparire di diverse tattiche ed estetiche collegate a queste proteste. Qui lo spartano anticomunista, avvistato a Hong Kong alle proteste contro la legge sull’estradizione in Cina.
Le reazioni delle autorità a questa ondata di proteste sono state spesso violente. In particolare in Iraq molti manifestanti sono stati uccisi da lacrimogeni sparati ad altezza uomo, una tattica usata dalle forze di sicurezza che così facendo possono dire di non aver voluto uccidere e di non aver sparato proiettili veri. In foto, le tac di alcune vittime della repressione in Iraq.
Un esempio di uso corretto delle Mobike, da Santiago del Cile.
Il torneo di calcetto interno dei Talebani, da qualche parte vicino a Kabul.
NOVEMBRE
A confronto: il nuovo pick-up corazzato Tesla presentato da Elon Musk vs il pick-up corazzato fai-da-te dello Stato Islamico catturato in Iraq.
L’immagine più rappresentativa del colpo di stato in Bolivia con cui è stato rovesciato il governo di Evo Morales: la sindaca di Vinto, membro del partito di governo, è stata presa in ostaggio da sostenitori dell’opposizione che le hanno tagliato i capelli, l’hanno ricoperta di vernice rossa e l’hanno costretta a fare una walk of shame.
Cerimonia tradizionale per dare il benvenuto al principe Carlo in Nuova Zelanda.
Nel novembre 2019, mesi dopo la fine del Califfato come entità territoriale, il leader dell’ISIS Abu-Bakr al-Baghdadi è stato ucciso in un raid delle forze speciali americane nel suo nascondiglio a Idlib, Siria del nord. L’ISIS però rimane e anzi sta sfumando nel mito, come dimostra questa foto di una moschea fatta con i Lego da un bambino figlio di simpatizzanti dello Stato Islamico in onore del defunto leader del gruppo.
Una trovata di un allevamento russo che tiene gli animali chiusi nella stalla ma gli mette dei visori per la realtà virtuale che gli fanno vedere pascoli sterminati, così da rilassarle e fargli fare più latte.
Motorino di V per Vendetta avvistato alle proteste di Beirut, Libano.
DICEMBRE
Mentre in alcuni momenti le proteste del 2019 ci hanno ricordato il cyberpunk, in altri la loro estetica è puro «nuovo medioevo»: a sinistra, manifestante con arco e frecce a Hong Kong; a destra, manifestante con elmo e scudo in Cile.
Lamborghini trumpista-sionista avvistata a Miami.
I manichini messi a dirigere il traffico sperando che gli automobilisti li scambino per vigili – a Bangalore, India.
Lo sbirro che tvb come modello per gli sbirri di Hong Kong: dopo una serie di lamentele per il linguaggio offensivo usato dagli agenti, la polizia di Hong Kong ha replicato che gli agenti sarebbero più cortesi se i manifestanti ogni tanto gli facessero il gesto del cuore.
Ancora a Hong Kong, i poliziotti antisommossa da Gucci: una delle immagini più iconiche e rappresentative di quello che resterà del 2019.
Prima pagina alternativa del Daily Mirror da pubblicare in caso di vittoria di Corbyn, ovviamente cestinata.
Sydney 2019 vs. Blade Runner 2049 – ovvero una foto della città accerchiata dagli enormi incendi che hanno devastato l’Australia (a sinistra) vs. uno still tratto dal sequel di Blade Runner uscito due anni fa (a destra).