Guida al Memphis Rap

Three 6 Mafia, Dj Spanish Fly & co: viaggio nella capitale horrorcore del Dirty South

La cultura hip hop del Bronx è arrivata in ogni strato sociale e urbano in modo diverso. A Memphis, per esempio, ha attecchito negli anni Ottanta attraverso il ballo: le black culture di zona non aspettavano altro che un trigger per scatenare l’inferno. La lingua era la stessa ma lo slang era diverso, per questo il primo conduttore è stato il ballo, sotto la guida del classico dj di quartiere e dei primi MCs da lui guidati, in maniera diretta o indiretta. Dopo la prima semina nei club, il suono di Memphis ha iniziato a plasmarsi in studio all’inizio dei Novanta, influenzando in un primo momento tutto il suo circondario southern, e in un secondo step l’intera scena rap USA, per infine espandersi al mondo grazie alla sana globalizzazione by internet avvenuta negli ultimi 10/15 anni. 

Mi sono appassionato all’argomento durante la scrittura della tesi Il movimento post saturazionismo, quando volevo trovare una fonte più o meno stilistica, più o meno storica, al dirty south: quello strano connubio rap trasposto nel sud degli Stati Uniti, in zone conosciute per le armi e il razzismo sistemico, virus della società bianca. Volevo capire come la cultura black locale avesse interpretato un suono che a loro apparteneva per questioni antropologiche poco contrattabili. In tutto questo, il ballo, come già accennato, è stato la chiave di liberazione di una delle città più aspre degli Stati Uniti. A Memphis non c’è il mare, non fa né troppo caldo né troppo freddo, piove spesso e il clima è sempre incerto. A Memphis è stato ucciso Martin Luther King, proprio vicino a Atlanta, la Black Mecca dove è nato. A Memphis la comunità black si esprime con corde blues e una voce profonda come la notte… Questa voce e queste sensazioni hanno trovato la loro soluzione cyberpunk per la sopravvivenza spalmandosi ben bene su una batteria di quelle elettriche fatte in Giappone, che durano molto e ci azzeccano di brutto. Questo primo passaggio è stato compreso e diffuso grazie al padrino della scena: DJ Spanish Fly.

DJ Spanish Fly
Trigga Man
(Fly Word Music, 1989)

DJ Spanish Fly and another guy by the name of Sonny D were like the Memphis pioneers of rap music. I looked at them as mentors. They did their own music and put their mixtapes out. Especially Spanish Fly, he used to rap on his own tapes and put his own songs out in the clubs. He made his own stuff hot. We followed in the footsteps of those guys
Juicy J, Three Six Mafia

A Memphis si balla, si balla parecchio, e DJ Spanish Fly lo sapeva bene. Lo sapeva talmente bene che si accorse, alla fine degli anni Ottanta, che ai ragazzi di zona non interessava molto il suono degli yankee, ma erano attratti da dischi più duri, sia nella batteria che nelle tematiche. Erano attratti dal sud, dal caldo, dalle storie insensibili e profonde di quartiere, di basse e alte pressioni. DJ Spanish Fly nasce e cresce all’interno di questo contesto. Ascolta, raccoglie e propaga per tutta la metà degli anni Ottanta. Nel 1984 diventa dj di riferimento del Club No Name, dove sperimenta settimana dopo settimana il suo nuovo repertorio in vinile e le personali visioni in rap. La svolta arriva due anni dopo, dal Queens: “Drag Rap”, una pubblicazione degli Showboys. Fly scopre e testa il disco nella sua città, lo rielabora a modo suo e scatena reazioni fuori controllo: la batteria, una Roland 808, conquista le piste, e il gangsta rap conquista le orecchie. Il brano, rinominato “Triggerman” nel dirty south, ha tutto: alternanza di pressioni da 808 e un rap perfetto per le periferie. “Triggerman” si diffonde in maniera così significativa da plasmare e definire il ballo locale attraverso il cosiddetto  “gangsta walk”: un passo felpato con girotondo attorno alla pista. DJ Spanish Fly, già leggenda e punto di riferimento, dopo aver influenzato le abitudini ballerecce cittadine, inizia a lavorare in studio, in maniera indipendente e fuori da ogni logica di mercato pubblica nel 1989 IL tape del suono di Memphis, I’m Da Nigga: un trinomio tra ballo, introspezione e barbarie, con tanto di rimodulazioni di “Drag Rap” (vedi “Shoottriggaman”, “Gangsta Walk” e “Trigga Man”) e lentezze tribali dallo spettro violaceo. I’m Da Nigga mette le carte in tavola, il gioco adesso può iniziare. 

DJ B.K. & DJ Squeeky
Summer Mix Volume 1
(Self-released, 1993)

Squeeky is the first producer I ever heard make those hard beats with [impersonating hi-hats] ts-ts-ts-ts, so everybody really came up off of Squeeky’s sound…To me, Squeeky was the first one to have that gangster sound with the bass.
Kingpin Skinny Pim

Se Spanish Fly è stato il catalizzatore, DJ Squeeky è lo strumento di precisione: per questo è giusto inserirlo come secondo riferimento discografico. Memphis, dopo la pubblicazione di Fly, vive un momento di assorbimento e interscambio generazionale: il microfono cade nelle mani dei teenagers, adesso è il loro turno. Nel 1993, dopo una lunga digestione, la città vede aumentare il livello di (auto)produzione locale: iniziano a circolare tape su tape lo-fi messi in commercio senza alcuna protezione. DJ Squeeky diventa uno dei protagonisti di questa fase: solo nel 1993 pubblica quattro mixtape in cassetta, autoprodotti e rilasciati in maniera indipendente. Memphis anticipa il suono pomposo e criminale di moda nel post 2000: i componenti della scena (età media 18 anni, a stare larghi) raccontano le loro giornate tipo, tra sesso, droga, e attività criminali. Memphis, oltre alle tematiche, anticipa anche le attitudini sociali e giovanili del recente millennio (autoproduzione, attività indipendente e inclusione sociale, tre chiavi verso la modernità). Per un breve periodo, allo scoccare dei Novanta, nella cameretta adibita a studio di Squeeky passano le migliori promesse della scena a bassa definizione: 8Ball & MJG, Tom Skeemask, Skinny Pimp, DJ Zirk, Al Kapone e Criminal Manne… Tutte leggende della periferia southern hip hop. DJ Squeeky diventa una sorgente base espressa in sample stilosi (SP-1200), atmosfere ventilate (tastiere Roland) e drum machine a manetta (Boss Dr-660 + SP-1200), con cui gioca a tempi doppi (Nota: prima della pubblicazione di Summer Mix Volume 1, DJ B.K., con cui DJ Squeeky collabora, rilascia una piccola ma importante raccolta di purosangue southern, Dope Ass Master Mix #40: ne consiglio l’ascolto agli amanti della vecchia scuola, è una perla nascosta con esempi rap da tutto lo stato americano, esperimenti a bassa definizione south e attitudini horror tipiche di Memphis e Houston, altra terra in cui il rap si stava plasmando a proprio piacere e godimento.) 

Skinny Pimp
Greatest Hits 

(Gimi Sum Productions, 1993)

I think I’ve been hypnotized the most by maybe Project Pat, more than anybody, and other Memphis rappers like Skinny Pimp, Tommy Wright III, 8Ball & MJG. When I was hustlin I was always playin’ Memphis rap. I felt like they had such an underground scene, and that’s what I gravitated to.” 
Gucci Mane 

Skinny Pimp è uno dei fenomeni di quartiere racchiuso nei primi mixtape di DJ Squeezy (entrambi provengono dal North Memphis). Al contrario di Squeezy però, Skinny Pimp si è dimostrato abile in tema marketing (vista anche la sua carriera giovanile di pappone): prima di pubblicare musica, fonda una propria label, la Gimi Sum Productions, con la quale pubblicherà Lady Bee e tutto il repertorio della Gimisum Family. Skinny Pimp ha iniziato a rappare molti anni prima, nel 1985, mentre frequenta la Herman Junior High School: le sue prime esperienza al mic vengono poi riassunte nel 1993 nella raccolta Greatest Hits, dentro la quale troviamo beat di DJ Squeeky (“Lookin Fo Da Chewin’” e “Skinny But Dangerous”) e rime di 211, compare rap di Skinny con il quale pubblica nello stesso anno Pimps & Robbers per Outlaw Records. Il 1993 è un anno decisivo per Skinny Pimp: la sua presenza inizia a fare scalpore in tutta la regione di Memphis. Non sono riuscito a trovare il perfetto ordine degli eventi, ma a partire dal 1993, dopo una nottataccia al Club Memphis (rissa e pistole), Skinny si allontana da Squeeky e inizia a farsi produrre dal suo vecchio rivale DJ Paul (vedi sotto).

DJ Paul & Lord Infamous
The Serial Killaz
(M-M Records, 1993)

All’inizio degli anni Novanta, Lord Infamous (RIP) e suo fratellastro DJ Paul si fanno chiamare Da Serial Killaz: entrambi, nati e cresciuti nel South Memphis, cominciano a farsi un nome a 14-15 anni attraverso uno spaccio di cassette (il primo tape noto è Portrait of a Serial Killa, 1992). Nel 1993, lo stesso anno di pubblicazione di The Serial Killaz, il duo stringe rapporti con un dj di North Memphis, noto alle autorità come Juicy J. Questa triade scatenata, insieme ad alcuni rapper di zona, forma un gruppo chiamato The Backyard Posse, ma non prende la giusta direzione e dopo una sola pubblicazione si scioglie. Lord Infamous, DJ Paul e Juicy J si mettono in proprio e formano nel 1993 un nuovo gruppo: la Three Six Mafia. Per due anni la lavorano in studio ma, con quella sigla, non pubblicano niente prima del 1995 (vedi oltre). Lord Infamous rimane per molti anni la voce principale del coro, mentre DJ Paul e Juicy J, tra un rap e un beat, producono metà della scena: Gangsta Boo, Koopsta Knicca (RIP), Project Pat (fratello di J e amico della squadra), Playa Fly, Gangsta Blac (già presente nella Backyard Posse)… Il 1993 si ribadisce come un anno decisivo: la posta in gioco di Spanish Fly inizia a alzarsi, ogni mossa adesso è decisiva.

Lady Bee
Where the Big Dicks At
(Gimi Sum Productions, 1994)

Una giocata di Skinny Pimp è stata la creazione ad hoc di Lady Bee, fake eroina apparsa in Vol. 1 Undaground Release, Sumthin Fa Da Streets 1, Something For The Streets 2 e Strictly For That Nigga (tutti prodotti dalla Gimi Sum Productions). Agli inizi, Lady Bee non era un semplice alter ego di Skinny, ma una persona vera, di nome Barbara, molto vicina a Skinny perlomeno fino al 1993. Nella traccia “Niggas Coming Clean”, contenuta in Sumthin Fa Da Streets 1, si può sentire una donna che rappa senza l’aiuto di alcun effetto vocale: si riferisce a se stessa come Lady Bee e racconta di avere trent’anni, il che significa che è nata nel 1963 ed è almeno un decennio più vecchia di Skinny. Anche altre due tracce di quel nastro, “Smoke One” e “Heavyweights”, contengono la vera Lady Bee. Nei tape successivi, però, la voce originale è completamente assente: il suo posto viene preso dalla voce trattata “a elio” dello stesso Skinny Pimp. Lady Bee in quanto persona reale ha comunque avuto una carriera anche senza Skinny: la Lady Bee Records è stata attiva tra il 1997 e il 2000 e conta nel suo repertorio un’altra collega di Memphis: The Legend Lady J. 

The Legend Lady J
Glock N My Hand
(O.B. Records, 1994)

The Legend Lady J entra in scena a gamba tesa con “Glock N My Hand”, prodotta da DJ Zae per O.B. Records, etichetta lo-fi di base Memphis. Lady J proviene da South Memphis: si distingue subito per la carriera da solista, senza troppi fronzoli né scuderia, dritta per dritta al punto, verso la musica. Nasce da una famiglia creativa: suo padre, scomparso giovane, ha scritto testi, poesie e canzoni per la comunità di Memphis. La figlia, guidata da un progetto già molto chiaro, inizia a scrivere testi durante le superiori e traspira subito le vibrazioni della sua generazione, si ritaglia uno stile molto personale: un southern hip hop oscillante tra hardcore, R&B e funk; un versatile immaginario-Memphis in tutto il suo splendore. Nel 1997 Lady J apre la Lady J’s Legend Productions con la quale pubblica 3 album nel giro di 5 anni. Lady J è una delle madrine del dirty south di Memphis insieme alla già citata Gangsta Boo, a cui si unisce Princess Loko (RIP) e La Chat, altre regine reincarnate tra North e South. 

DJ Paul & Gangsta Boo
Chiefa The Reefa
(Self-released, 1994)

People are checking for the Memphis flow
Gangsta Boo

La prima comparsa di Gangsta Boo è in “Chiefa The Reefa”, prodotta da DJ Paul e inserita nella raccolta estiva del 1994 4 Da Summer Of ’94. Il tema della traccia, “I chief-ah the reefer”, è un taglio da un disco di DJ Squeeky da cui DJ Paul prende molto materiale (per cui Squeeky non è mai troppo felice). Gangsta Boo ha 15 anni durante la registrazione di “Chiefa The Reefa”: ha incontrato DJ Paul per la prima volta tra i corridoi di scuola (frequentavano le stesse superiori), in poco tempo diventa punta di diamante della Three Six Mafia e una colonna sonora di molte donne nere del sud che cercavano di trovare voce nella comunità rap senza apparire come oggetti di scena. Gangsta Boo, così come Lady J, Princess Loko e La Chat, si riappropria di molte caratteristiche testuali delle controparti maschili: ghetto e sesso sono all’ordine del giorno, senza peli sulla lingua. Il tempo è maturo: alla metà dei Novanta inizia un procedimento di riappropriazione che rappresenta tutt’oggi una sfida aperta per le nuove generazioni.  

Koopsta Knicca
The Devil’s Playground
(Self-released, 1994)

Con The Devil’s Playground di Koopsta Knicca il suono di Memphis inizia a stabilizzarsi verso una direzione più definita: DJ Paul delinea un beat ipnotico, si impossessa dell’ascoltatore. Prima di uscire con la Three Six Mafia, DJ Paul produce una miriade di beat diventati base di repertorio per il gruppo. The Devil’s Playground è un esempio che anticipa i tempi: un masterpiece completo, a tratti da leggenda, pieno di tracce cult come “Crucifix”, “Smoking On A Junt”, “Front A Busta” e un remix di “Stash Pot”. Stesso discorso, con leggera valenza minore, è possibile farlo con Breaking The Law di Gangsta Blac, e From Da Darkness Of Da Kut di Lil Fly, entrambi prodotti da DJ Paul nello stesso anno (consiglio l’ascolto per farsi l’orecchio). Koopsta Knicca, così come Gangsta Boo, incontra DJ Paul a scuola e inizia a registrare appena finite le superiori. Nonostante le numerose possibilità di carriera, Koopsta Knicca continua ad avere problemi con la legge per tutta la durata della sua vita (se nasci nel ghetto è difficile morire in centro). Morirà nel 2015 per un ictus, due anni dopo Lord Infamous e cinque anni prima di Princess Loko. 

Tommy Wright III, Princess Loko & Mac T Dog
Comin For ’94 

(Street Smart Records, 1994)

I liked artists that could rap fast, and they were two of the best. I didn’t care nothing about male or female. The question was really ‘are you dope?’ Loko and Chat was dope.
Tommy Wright III

Il 1994 apre la decade di raccolto a Memphis: tuttə fanno la loro comparsa. Tommy Wright III, dopo aver pubblicato Memphis Massacre nel 1992, si conferma pioniere del South Memphis rap nel 1994, con Ashes 2 Ashes, Dust 2 Dust, album contenenteComin For ‘94”, traccia di debutto per Princess Loko, scatenata quindicenne proveniente dalla stessa zona di Gangsta Boo, DJ Paul, Tommy Wright III, Gangsta Pat e Elvis Presley: Whitehaven, rinominato Blackhaven dalla comunità black locale, un quartiere di “appena” cinquantamila abitanti. Ashes 2 Ashes, Dust 2 Dust viene rilasciato per Street Smart Records, label creata dallo stesso Tommy Wright III e attiva proprio dal 1994 (a oggi conta 37 pubblicazioni).. Princess Loko è una paroliera nata e inizia a lavorare con Tommy Wright III all’inizio dei Novanta: ancora minorenne partecipa alla realizzazione del secondo e del terzo album di Tommy e alle future uscite con Ten Wanted Men (in cui compare anche La Chat, presente anche nel quarto album di Wright III). Tommy e Loko hanno costituito un boost alla scena super autoctona di Blackhaven per poi diventare leggende rap del Tennessee. 

Gangsta Pat
I Wanna Smoke
(Power Records, 1995)

Quando parliamo di Memphis, leggende e Blackhaven, Gangsta Pat viene di conseguenza. Prima di molti nastri, prima di molte faide, nel 1990 Pat, figlio di un batterista in declino, pubblica zitto zitto un disco electro thug (“I’m The Gangsta” / “Shooting On Narcs”) per On Top Records di Miami e mette per primo la bandiera gangsta di Memphis su una label straniera. Pat firma subito dopo, nel 1991, per Atlantic Records, e pubblica a diciotto anni #1 Suspect, primo disco rap di Memphis per una major e ultimo disco di Gangsta Pat su Atlantic (testi troppo violenti per uscire dalla planimetria dirty south, non ottenne successo). Pat diventa comunque una star regionale ma la sua vita da gangster lo intrappola tra vento e praterie: il suo stile non raggiunge la rete nazionale, è troppo reale, troppo diretto. In linea ai sacri testi dell’hip hop, Pat riesce a darsi una calmata grazie alla molecola del thc e raggiunge la sua maturità nel 1995 con Deadly Verses, album monumento di Memphis, uno dei tanti rimasti nel dimenticatoio del sud.

Al Kapone, 1st Degree & K.O. Cane Wayne
Da Death Penalty
(Outlaw Records, 1995)

It makes me so sad when I hear people my age talking about how Suicideboys, A$AP, and SpaceGhostPurpp are SO ORIGINAL. Don’t get me wrong, I love all of them, but ffs recognize the originators. Al Kapone is a legend.
Commento YouTube sotto il video Da Death Penalty

Un anno prima di Skinny, nel 1992, Al Kapone esce con Street Knowledge, Chapters 1-12, per Outlaw Records, un album in cassetta gangsta rap con accenni hardcore in bassa definizione. Proprio come Skinny, Al Kapone inizia a fare esperienza nella cameretta di Squeeky, per poi esplorare il suono di Memphis in tutta la sua macabra espressione: uno stile che si diffonde a metà dei Novanta e viene definito “horrorcore” per l’oscura provenienza dell’immaginario ricreato. Più o meno tutte le comparse nella scena di Memphis avranno a che fare con sequenze horror, metodi grezzi e vita di strada. Per questo motivo, la musica proveniente da Memphis è stata poi apprezzata dalle generazioni sensibili post 2010, oramai immerse in una serie di crisi planetarie per cui non possono far altro che aspettare, proprio come in un film horror. 

Three Six Mafia (DJ Paul & Juicy J) feat. Playa Fly, Mc Mack, Koopsta Knicca, Gangsta Boo, La Chat, Crunchy Black, Lord Infamous
Mystic Stylez
(Prophet Entertainment, 1995)

It really wasn’t a competition, it was an issue with them re-making my music… That’s how they got started. Every album by Three 6 Mafia that’s came out to date got some DJ Squeeky on it. It’s got a DJ Squeeky hook, a DJ Squeeky sample, a DJ Squeeky beat pattern.
DJ Squeeky

She just cannot believe it. At first she was a little taken back, she’s like, ‘Megan, where did this come from? Why are you talking like that? I can’t believe you.’ And I’m like, ‘Mama, I was listening to Three 6 Mafia at 7, what are you saying?’
Megan Thee Stallion 

Nel 1995 Memphis vanta un ambiente hip hop distinguibile da North e South e bazzicato da personaggi poco raccomandabili: la Three Six Mafia raccoglie queste vibrazioni e pubblica Mystic Stylez, la parte più profonda del sud: slowed beat (Houston mood), atmosfere cloud, drum su drum (alla ricerca di sub) e contesti horror lo-fi. Mystic Stylez viene pubblicato nel 1995 sulla Prophet Entertainment, label creata da DJ Paul e Juicy J con la quale pubblicheranno Skinny Pimp in cambio di una sua partecipazione proprio a Mystic Stylez (“Live By Yo Rep” e “Back Against Da Wall”). La mafia dal triplo 6 è responsabile della resa mainstream di Memphis: Mystic Stylez conquista un pubblico sempre più ampio, DJ Paul e Juicy J si allargano fuori dal sud. Dopo il 1997 Memphis compete a livello nazionale grazie a tracce hit come “Tear da Club Up ’97” (pubblicata due anni prima per Gangsta Pat, che risponde con “Tear da Club Down”) e “Where Dem Dollas At”, di Gangsta Boo, sempre prodotta in casa Three Six. Ma il colpo definitivo arriva nel 2000 con “Sippin’ On Da Syrup” prodotta insieme agli UGK, duo leggenda di Houston, e piazzata in posizione numero 6 di Billboard: i tempi iniziano a cambiare in maniera vertiginosa e l’arrivo del digitale aiuta. Memphis esplode, prevede molte attitudini del futuro ma si stabilizza una volta trovate le giuste corde: il suo clima, la sua profondità, il blues, quello di Memphis è un suono difficile da tramandare. Perlomeno, fino a quando il tempo moderno non si è concretizzato.

BlocBoy JB
Rover

(Bloc Nation, 2018) 

Sono passati oltre vent’anni da Mystic Stylez e le nuove generazioni, dopo due decenni di stagno, sono riuscite a dare un taglio ai tributi pop degli anni Novanta grazie all’arrivo della trap. Lo stile, proveniente da Atlanta, possiede molte caratteristiche di Memphis: dalle tematiche alla batteria, dalle sensazioni al movimento, tratti distintivi di non poco conto. Per questo motivo, e non solo, Memphis rientra nel mirino del panorama internazionale. Della prima scena, Juicy J è forse la persona che ha riscosso più successo, basta pensare alla partecipazione nel 2014 in “Dark Horse” e le sue 3 miliardi di views, oppure alle numerose collaborazioni aperte: “Yamborghini High”, “Multiply”, “Gilligan”, “Gunz N Butter”, “Black And Yellow”… feats importanti che dimostrano quanto Memphis sia oramai disciolta nella rete moderna: la sua presenza è forte in molti rapper cult degli ultimi 10 anni come 21 Savage, Travis Scott, A$AP Rocky, Cardi B e Megan Thee Stallion. Quando nel 2018 la scena trap ha raggiunto il suo picco, la macchia memphian si è fatta evidente: Cardi B pubblica “Bickenhead”, contenuta in Invasion Of Privacy e scritta in risposta a “Chickenhead”, di Project Pat; 21 Savage pubblica “A&T” e “Good Way”, contenute in I Am > I Was, esempi fedelissimi a Memphis; in Astroworld di Travis Scott “NO BYSTANDERS” contiene campioni di “Tear da Club Up”, e “Sicko Mode” feat. Drake (1 miliardo di views) è prodotta da una giovane stella di Memphis (anno ‘96) quale Tay Keith, produttore anche di un suo coetaneo e vicino di casa, un ballerino gangster di nome BlocBoy JB. Agitato come pochi, JB raggiunge il suo picco nel 2017 con Shoot, un disco violento con vaghi ricordi di un retro Memphis, soprattutto nella volontà di farti muovere non più intorno a una pista (gangsta walk) ma sul posto: mosse post millennials (es. jerk) in voga anche nei reels. “Rover” è una hit cittadina che ha aiutato a emergere Cookie, una rapper del quartierino che mixa cantato profondo e stile di strada (un ritorno alle origini del rap, senza tempo). Cookie è infatti entrata in scena con una versione remix di “Rover”, “Rover Freestyle”, un brano che mescola poesia e violenza, rivalsa e identità. La popolarità dirty south di “Rover” ha raggiunto anche il Texas, dove TKat Barbie ha pubblicato la sua versione. 

Glorilla
FNF (Let’s Go)
(Self-released, 2022)

Per continuare la saga su Memphis, nel 2021, esce allo scoperto un quintetto di amiche (Aleza, Gloss Up, Glorilla, Slimeroni, & K Carbon) con il disco Set The Tone. Una di loro, Glorilla, ha fatto esplodere una bolla il 29 aprile 2022 grazie a “FNF (Let’s Go)”, prodotta in casa Hitkidd, sempre di Memphis. Un mese dopo la pubblicazione di “FNF” la traccia è diventata motivo di remix vista la sua viralità: Ace Queezy, altra giovane promessa in circolazione a Memphis, pubblica la sua versione. Segue quella di Kali, dalla Georgia, di Rene Rucci, dalla Carolina del Sud e quella di Buuje P, originaria di Indianapolis. Questo a confermare quanto la rete dirty south è ormai predominante nel mercato indipendente a stelle e strisce. A Memphis, intanto, gli esempi non maschi continuano…se scendi giù in città puoi trovare: Dutchess, regina rap blues; The Savages, gruppo scatenato online dal 2016; Jessica Dime aka Dimepiece, immersa nel trap game; Tru Dexter, puro hip hop made in Memphis; Jucee Froot, a spaccare tutto. E la lista continua: P. London, Choppa Tee, K Shiesty, Jiffy Jiff, Ceo Eb, Niki Pooh…sono altri esempi degli strati più interrati della scena (bruciano a fiamma lenta). Insomma, Memphis è tuttora ricca, non solo di tempeste. 

UFPT è un progetto musicale, DJ, movimentatore della scena (since 2015) e scrittore alle prime armi. Nel 2019 si diploma in musica elettronica al Conservatorio Cherubini di Firenze e nel 2020 pubblica Trap - storie distopiche di un futuro assente per Agenzia X Edizioni. Di recente, ha pubblicato tracce sotto lo pseudonimo User from PT e UFPT (https://soundcloud.com/userfpt).