Diventa anche tu un fumettista di successo

Segui i consigli del Dr. Pira, datti una Mission, sostieni la Ricerca e fai in modo che i tuoi disegnini diventino un Business come si deve (te lo chiede l’Europa)

Ho scoperto un paio d’anni fa che il sito dei Fumetti della Gleba ha un primato: è il più longevo sito di webcomics italiano. Sono fiero di avere un Business Online di successo. Quando ho aperto il sito, non si trovava su Google, perchè Google non esisteva ancora. Ora, quando pubblico qualche libro, ho sempre ordinazioni dalla loro sede centrale a Mountain View. Diversi lettori sono nati quando il sito era già online, e molti mi dicono di esserci cresciuti. Lascio all’antropologia comparata lo studio sulle possibili conseguenze di questo fatto; per ora mi basta la consapevolezza di avere creato un’Azienda Innovativa, e di essere uscito indenne dai crolli della Borsa Telematica.

Tra i Managers di spicco della New Economy c’è l’usanza di condividere le proprie storie di successo per ispirare le nuove leve. Seguirò la tradizione: ecco dei consigli basati sulla mia personale esperienza. Se vuoi intraprendere la carriera di fumettista nell’Era di Internet, leggili. Spero ti saranno utili.

1. Diventare un’Azienda

Può sembrarti esagerato diventare un’azienda fin dagli inizi. Ci hanno abituato a pensare che le cose vadano fatte in piccolo, firmando modestamente con il proprio nome e cognome o al massimo con uno pseudonimo. Non è così. Quello è ciò che ti vogliono far credere i magnati dei social networks, perché tu te ne stia al tuo posto. In realtà, anche loro hanno iniziato subito in grande. Facebook non è mica nato da un profilo su Linkedin.

C’è da dire che, quando ho iniziato, Internet era un posto molto diverso da oggi. Era fatto così:

Un territorio selvaggio dove tu non eri una persona in una rete sociale, ma un’intelligenza astratta e senza amici che navigava in una landa desolata. Senza la quantificazione dei mi piace, appena aprivi un sito eri esattamente alla pari del sito del tuo comune di residenza, della Fiat e della Nasa. Quindi a quei tempi su internet era molto più semplice pensarsi come un’azienda, piuttosto che come una persona.

Ci sono diversi vantaggi a visualizzarsi così, specialmente agli inizi: innanzitutto, non hai amici. Nessuno ti seguirà perché ti conosce personalmente o, peggio ancora, per solidarietà. Potrà sembrarti comodo essere supportato dagli amici, ma in realtà quel tipo di lettori all’inizio sono più un ostacolo che altro. Prenderanno molte cose sul personale o ti chiederanno di fare una storia con qualche episodio che gli è capitato. Se lo fai, dipenderai da loro. Ricordati che sei il Direttore Generale. E se sei il Direttore Generale, avrai bisogno di una Struttura Aziendale.

Tieni conto che se vuoi fare il fumettista oggi dovrai svolgere un sacco di compiti diversi: inventare le storie, disegnarle, pubblicizzarti, e fare in modo di guadagnarci qualcosa (nel caso non disponi di un grosso Budget iniziale o di una rendita ereditaria). Se farai tutto questo da solo, probabilmente impazzirai. Meglio strutturare un organico. Ovviamente la soluzione migliore sarebbe avere dei dipendenti da mettere in ogni reparto strategico, ma pochi riescono a farlo sin da subito. Ricordati però che sei nell’Era di Internet: le aziende non sono più uffici fisici, ma delle nuvole di dati nel cielo della Grande Rete. Perciò, nulla ti vieta di aprire le varie Divisioni direttamente all’interno del tuo cervello.

Io ho alloggiato il reparto Scrittura Storie nel lobo temporale destro, il reparto Disegno nel lobo temporale sinistro, l’Ufficio Marketing nel lobo frontale dell’emisfero sinistro, e l’Ufficio Ricerca e Sviluppo all’interno del sistema limbico. È una soluzione pratica che ti permetterà di lavorare anche quando qualche altro emisfero è fuori uso. Per esempio, al mattino presto mi capita spesso che il lobo frontale non funzioni. Questo significa semplicemente che l’Ufficio Marketing è chiuso. Quindi, è un ottimo momento per dedicarsi alla scrittura di storie. Tieni conto, tra l’altro, che certi emisferi lavorano anche mentre dormi. Il mio Ufficio Ricerca e Sviluppo ha dato i migliori risultati durante il sonno.

2. Avere una Mission

Ogni azienda che è arrivata da qualche parte sapeva innanzitutto dove andare. Questo perché aveva fin dall’inizio una Mission. Senza, continuerai a girare in tondo senza sapere dove stai andando.

Scriviti la Mission su un foglio e appendila al muro. Può anche essere molto semplice: qualcosa come «fare fumetti piuttosto divertenti» o «salvare il mondo dalla catastrofe imminente» andrà benissimo, ma anche «guadagnare tantissimi soldi dai fumetti». L’importante è che vada bene per te.

Ripeto: è molto importante che vada bene per te, e non per gli altri. Se non scegli la Mission giusta, potresti correre gravi pericoli – malattie, fallimenti, forse anche la morte. Io ci sono passato. All’inizio, la mia Mission era «andare contro i gusti del pubblico». L’avevo deciso perchè ero un giovane punk e pensavo fosse fico. Nella pratica, quando una serie incontrava il gradimento popolare la troncavo immediatamente. Se i miei fumetti venivano apprezzati per qualche motivo particolare, cercavo di andare nella direzione opposta. Così, quando mi sono accorto che i Fumetti della Gleba piacevano nel giro dei centri sociali autogestiti, ho subito lanciato una serie di fumetti nazisti. Quando mi hanno detto che i miei fumetti facevano ridere, mi sono messo subito al lavoro sullo Speciale Tristezza.

Questo approccio mi è stato utile in termini creativi, perché mi ha costretto a disegnare un sacco di storie diverse tra loro. Ma aveva dei limiti evidenti: lo Speciale Tristezza è risultato essere il numero che ha fatto più ridere, e Capitan Giustizia, serie di punta tra quelle di ispirazione nazista, fu molto apprezzata dai settori più radicali della Sinistra Autonoma.

Fare quello che ti chiede il pubblico equivale esattamente a fare l’esatto contrario. Non mi sentivo più il Direttore Generale, e questo causò grossi conflitti tra il Reparto Scrittura Storie e l’Ufficio Marketing. Essendo entrambi all’interno del mio cervello, dovevo risolvere la questione al più presto: avere gli emisferi cerebrali dissociati può portare a gravi squilibri, come per esempio la schizofrenia. Vedete a cosa può portare la scelta di una Mission sbagliata? Ecco com’era la situazione all’interno del mio cervello, secondo una ricostruzione effettuata con Powerpoint:

A quel punto non mi rimaneva che fermarmi, farmi seguire da uno specialista e nel frattempo trovare un’altra Mission. Uscito dal periodo di riabilitazione, optai per qualcosa di meno conflittuale e più elastico: «Fare i fumetti migliori del mondo».

3. Fai bene il Marketing

Il Marketing dovrebbe essere quello che ti traghetta da dove sei ora al posto dove vuoi arrivare, sintetizzato nella Mission. Suona semplice, ma non sempre nella pratica lo è. Dipende dal vostro traguardo: se è «fare fumetti abbastanza belli», non vi servirà un gran piano di marketing. Ma non sarà nemmeno stimolante. La Mission per prima cosa ti deve ispirare, altrimenti non serve a nulla.

Da una prima pianificazione capii subito che il mio obiettivo, pur essendo motivante, richiedeva molto tempo: è evidente che i miei fumetti non sono i migliori del mondo. Mi resi conto che come minimo dovevo cominciare a disegnare a tempo pieno per raggiungere l’obiettivo entro l’età pensionabile. Questo mi obbligava a guadagnare soldi dai fumetti e ad accantonare gli altri lavori che facevo per mantenermi. È un problema che capita più o meno a chiunque voglia fare il fumettista e non abbia alle spalle una grossa eredità. Preparati a feroci riunioni con il tuo Ufficio Marketing. Questo ti proporrà fin da subito di fare fumetti che rispecchino le mode e le tendenze correnti, in modo da poterli vendere più facilmente. È una situazione che si ripropone continuamente nel cervello di tanti fumettisti, e più o meno questo aspetto:

Fare fumetti perché piacciano agli altri non è un male in sé: l’importante è esserne consapevoli. Sei sicuro che ti vada bene? Vuoi impazzire inseguendo il pubblico come una banderuola? SEI O NO IL DIRETTORE GENERALE? Dai ordini all’Ufficio Marketing! Sono LORO che devono stare dietro ai TUOI sghiribizzi per renderli possibili!

Ma di fronte al panico del foglio bianco ti risulterà preferibile qualsiasi fumetto piacione, basta che venda. Non potrai contrastare le loro proposte se non hai delle idee migliori. Ecco perché è fondamentale l’Ufficio Ricerca e Sviluppo.

4. Fai Ricerca

Eccoti di fronte al paradosso più classico: devi fare i fumetti perché piacciano agli altri o a te? L’Ufficio Marketing ti risponderà che devi disegnare per il pubblico. Perché pubblicare le cose, altrimenti? Tanto vale che te le appendi in casa e basta. Ma tu vorrai sempre esprimere qualche intima e pura pulsione che ti senti dentro, roba che gli altri non capirebbero. Come uscire da questo annoso dualismo che porta da una parte a banali commercialate, e dall’altra a elucubrazioni senza via d’uscita? C’è una terza via, e per trovarla hai bisogno della Ricerca. Ecco come si presenta il mio Ufficio Ricerca e Sviluppo:

Non so dove ti porterà la tua Ricerca, posso solo dirti dove sono arrivato con la mia. Sono almeno vent’anni che faccio fumetti – e se ne hai letto qualcuno, sai bene che è proprio quel genere di fumetto che tutti si aspettano che tu smetta di fare appena uscito dal liceo. Se ho continuato così a lungo è perché c’è qualcosa che mi spinge in quella direzione, ma ancora non so dirti cosa sia. Ho studiato la preistoria quando pensavo fosse un’infatuazione per il primitivismo, ho fatto centinaia di chilometri a piedi in Norvegia quando credevo che a suggerirmi le storie fossero gli gnomi, mi sono allenato ogni giorno in piscina quando pensavo che quella particolare maniera di fare fumetti fosse in realtà uno sport. Tutto quello che ho capito è che il nostro cervello è un’antenna collegata a qualcosa di sconosciuto, che noi ci limitiamo a tradurre nella nostra lingua.

Non ci inventiamo nulla. Ma mi risulta difficile accettare che funzioni veramente così. Eppure, da anni siamo sempre più circondati da apparecchi che funzionano in maniera simile: prima le radio, poi i computer, adesso i telefoni. Forse è perché tendiamo a pensare che quando canalizziamo un messaggio da un’altra dimensione debba essere per forza qualcosa di saggio e altisonante. Ma cosa canalizzano i nostri telefoni intanto? Internet è il regno della pazzia, anche se quando è nato tutti pensavano di usarlo per scopi seri, prima i militari e poi le università. Poi hanno vinto i gatti che fanno le acrobazie.

Per questo il mio Ufficio Marketing mi ha consigliato, dopo vent’anni, di rifare il sito internet dei Fumetti della Gleba da zero. Non perché bisogna fare Social Media Marketing, ma perché Internet è pazzo e bisogna celebrare questa gloriosa peculiarità. Continuerò a investire sul futuro, anche se questo dovesse portare alla distruzione di una parte del mondo o di un pezzo del mio cervello: perché è così che vanno i mercati.

Non so dove ti porterà il tuo business, ma ti auguro le migliori cose e spero che la condivisione di questa mia esperienza ti sia stata utile. Se andrò in bancarotta ricordami come un Manager che è caduto sul campo per la sua Mission.

Dr. Pira Giovane promessa del pattinaggio, si dedica al fumetto in seguito al trauma per la caduta della dinastia Agnelli. Vive e lavora tra Gerlotti e Sciarborasca, dove è attualmente impegnato nella stesura del romanzo Fisioterapia e pallottole. I suoi fumetti sono stati esposti ad alcune delle più importanti sagre vinicole.