Tecnologia primitiva

Vivi anche tu come un uomo del Paleolitico. In fondo, senza sfregare rametti per millenni, non saremmo mai esistiti.

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Sono iscritto a pochi canali su YouTube e mi dimentico di seguirli. Tutti tranne uno però, da più di un anno il mio preferito: si chiama Primitive Technology. Primitive Technology è scritto, girato e montato da un uomo in calzoni che non parla mai, non ride, non piange, lavora soltanto; costruisce capanne, tegole, trappole per granchi, sandali, martelli idraulici, ricorrendo a materiali reperibili esclusivamente nella foresta pluviale del Queensland. I calzoni e la telecamera che riprende la scena sono gli unici strumenti assemblati grazie a processi non riconducibili al Mesolitico. L’unico paesaggio sonoro ammesso nei video è il rumore verde della foresta, un torrente lontano, il vento tra i rami, il frinire di animali di cui ignoro il nome. Il montaggio è asciutto e funzionale, e porta lo stesso odore delle sue mani – l’unico vero strumento dell’uomo artigiano –, che è un’aria di terra, un accenno di fumo… è un montaggio screpolato, giusto.

Costruire unascia di pietra

Farsi una capanna

Da non trascurare poi l’aspetto divulgativo di Primitive Technology, insistito in ogni video dai sottotitoli altrettanto asciutti e funzionali, consequenziali, reiterazioni di un’idea semplice: esiste un nesso tra causa ed effetto, a un prima succede un poi, e a dimostrarlo c’è la trasmissione di calore.

Perché sono dei video in cui tutto, prima o poi, si fa incandescente. Una delle lezioni di Primitive Technology è che non saremmo mai esistiti, noi sacchi di carne afflosciata di fronte al monitor, senza sfregare rametti per millenni, senza bruciarci le mani. Chiaro, nozioni che giravano anche prima di Primitive Technology, ma innalzate a una consapevolezza più completa grazie all’esperienza estetica – nonostante le continue ellissi temporali che ci risparmiano giorni di panoramiche su un uomo che raccoglie foglie secche, o vasellame disteso inerte ad asciugare.  

Mattoni di fango

Sandali fai-da-te

Un canale che rilassa, insegna, diverte, che mostra un esemplare alfa misurarsi con attività da esemplari alfa permettendoti di pensare a quali accorgimenti ricorreresti nella stessa situazione, stimolando la ghiandola survivalista di cui non possiamo fare a meno.

Dimenticavo: guardando Forge Blower, uno dei suoi video meno spettacolari forse, ho capito per la prima volta davvero che cosa intendiamo per design. Un’epifania. Nel video viene costruito un mantice, poi migliorato per gradi, tentativi: è un pieno che nasce dal vuoto, e le forme che non ha potuto assumere – in qualche modo – sembrano comunque parte di lui. Chi ha deciso le sue linee, quale matematica? Per un istante nel design di un mantice ho visto unirsi natura e cultura, senza attrito.  

Design

Biomimesi

Viene da pensare allora alla biomimesi, uno di quei concetti che incoraggiano il distacco pudico dalle nostre radici selvatiche. Biomimesi: «l’insieme di scienze che imita la Natura con l’obiettivo di migliorare attività e tecnologie umane». Come se la «tecnologia» fosse una fiamma discesa dal cielo, come se la «scienza» precedesse l’esistenza di homo sapiens e non fosse invece un campo di forze ideologiche. È invece naturale questa rincorsa alla natura (qualunque cosa sia): dopotutto perché non fidarsi di un processo di collaudo reiterato per milioni di anni?

Mi sembra che si ritorni sempre lì, nella vibrazione di una freccia del tempo, l’illusione che si possa distinguere tra Primitivo ed Evoluto. Si può distinguere tra processi tecnologici più o meno sofisticati, chiaro, ma accompagnare a questa distinzione un giudizio morale è illogico. Sono passato a questo tema perché vedere un uomo accendere con fatica un fuoco pallido nella foresta dopo mille tentativi non porta a deriderlo con un accendino, ma a genuflettersi di fronte alla prima fiamma.   

Arco e frecce

Lancia

Tornando alla definizione di sofisticato: «Qualifica attribuita a sistemi, apparecchiature, macchine, impianti, progettati e realizzati con materiali, metodi o criteri tecnicamente molto avanzati e complessi, così da soddisfare richieste molto esigenti». Il corsivo è mio: è una questione di esigenze quindi, e le esigenze sono diverse dalle necessità. Nata la società industriale è diventata un’esigenza disegnare dal vuoto una distinzione tra società «avanzate» (dove il tempo sembra scorrere lineare) e società «primitive» (dove il tempo è una linea spezzata, spesso ciclica).

Lontani da esigenze nella foresta si sente un rumore verde, il vento tra i rami, l’indifferenza più pura.