Reincantare l’oscurità del mondo

Nella guerra magica del capitalismo l’alta finanza si affida ai sortilegi mentre l’occultismo neofascista si annida tra le ombre del tecno-illuminismo. Un dialogo tra Silvia Federici e K-assandra

Un mondo silenzioso, inaridito, senza creatività, senza espressività. Il mondo del disincanto è un mondo che non canta: nessuno intona gli antichi incantesimi, e la pelle del mondo non vibra – non muta. Il mondo del disincanto squalifica la molteplicità, e ci forza ad un unico orizzonte di possibilità: il razionalismo, ed il suo determinismo claustrofobico e angosciante. Non c’è spazio per animali parlanti, foreste pensanti o divinità propiziatorie: la carne, il legno, la religione sono solo oggetto di consumo. 

Il processo di squalifica della magia e di chi la praticava, secondo Silvia Federici, è iniziato con l’avvento del capitalismo: il “nuovo ordine del mondo” spingeva ai margini della società chi non voleva rassegnarsi al lavoro salariato, alla proprietà privata, e alla famiglia mononucleare. Streghe, guaritrici ed eretiche presidiavano i confini del mondo incantato – e per questo vennero bruciate sui roghi.

Mentre stavamo preparando questa intervista, però, abbiamo deciso di indagare non solo gli aspetti del magico che sono stati repressi, ma anche quelli che sono stati recuperati, sussunti e reintegrati. Perché, se è vero che il capitalismo ha avuto bisogno di disincantare per imporre il suo dominio, è anche vero che ha stregato il mondo con trucchi occulti e magie oscure. Non a caso, infatti, i filosofi marxisti hanno spesso utilizzato metafore e riferimenti a fantasmi, stregoni, tavoli danzanti e giochi di illusione per descrivere il funzionamento del capitalismo. In questa tradizione filosofica, quindi, la magia viene recuperata come una possibile lente teorica per analizzare l’essenza polimorfa del mondo.

Come direbbe il mentalista Mariano Tomatis, cosa succede quando osserviamo il mondo disincantato con gli occhiali del reincanto? All’improvviso, ci rendiamo conto che tanti aspetti della nostra vita, che ci sembrano regolati da dinamiche razionali e materiali, sono intrisi di pensiero magico. L’etereità di Internet, le mistificazioni delle teorie del complotto, l’imprevedibilità del mercato finanziario, l’incanto dell’ideologia del progresso, l’occultismo neofascista e reazionario. Pensiamo di vivere nel razionalismo, e invece la magia si nasconde ovunque: informa il nostro vivere, contamina il nostro essere.

K-2: In Calibano e la strega, riferendoti al periodo della transizione al capitalismo, scrivi: “Il mondo doveva essere disincantato per poter essere dominato”. Oggi forse, passato un secolo da quando Weber, nel 1919, scrive del disincantamento del mondo, potremmo dire che quel processo è davvero compiuto: viviamo in un mondo disincantato. Tanto è vero che, come scrive Stefania Consigliere in Materialismo magico: “Da quando […] l’identità di Babbo Natale ci viene rivelata, la verità del disincanto è […] un assunto onto-epistemologico assoluto” e chi viola questi rigidi confini è considerato ridicolo, patologico, alieno. A questo punto partirei da qui: com’è avvenuto il disincantamento del mondo? E quali sono le infrastrutture del capitalismo contemporaneo che ci educano e ci tengono a esso ancorat3?

SF: Lo strumento principale del disincanto è l’esproprio dalla terra. Terra intesa in senso lato: quando parliamo di terra intendiamo anche le foreste, i mari, gli animali. Quello che un tempo era l’universo dell’incanto, composto di mondi creativi, nei quali si riproduce, ancora oggi, la vita. Mondi che il capitalismo ha dovuto regimentare, controllare. L’esproprio delle terre è un processo che comincia all’incirca nel XV secolo, e che continua oggi con l’urbanizzazione di massa. Il capitalismo vuole distaccare la popolazione del mondo da qualsiasi accesso autonomo ai beni della terra. Nel momento in cui sono riusciti a urbanizzarci, a chiuderci in questi grossi recinti che sono le nostre città, ci hanno allontanato dalla possibilità di autodeterminarci. E poi è in atto un processo di commodificazione: i capitalisti guardano ai beni della terra come ad un grosso emporio. La natura è diventata un terreno di conquista, di regimentazione, di calcolo. E non dimentichiamoci che anche la Scienza moderna si è fondata sul distacco della vita dalla natura. Il disincanto parte da qui: esproprio, separazione dalla terra, scienza del controllo, commodificazione del mondo e della natura. E continua oggi, con strumenti sempre più efficienti. Però, non sono d’accordo nel definirlo un processo compiuto. Assistiamo quotidianamente a grosse lotte che recuperano terreno: lotte indigene, contro la deforestazione, per la protezione dell’ambiente. La violenza con cui vengono represse è prova del fatto che il capitalismo non è riuscito a rompere il nostro rapporto con un altro mondo, con un’altra vita, con altre possibilità di relazioni sociali, che permettono alle lotte di continuare.

K-2: Come sostieni nei tuoi lavori, l’esproprio della terra è l’infrastruttura fondante del disincanto, ma non è l’unica…

SF: No, certo. Tramite lo sviluppo tecnologico assistiamo a una continua meccanizzazione del mondo, alla definizione della terra come macchina produttiva, e alla creazione di persone-macchina.  Con l’AI (artificial intelligence) ci vendono l’idea che la tecnologia stessa possa essere la fonte della creatività. Ma non è così. Stiamo correndo verso un mondo disumanizzante, individualizzante, legato alle macchine. Io sono lontana da posizioni che celebrano lo sposalizio con la macchina, come quella adottata da Donna Haraway. Non abbiamo bisogno di nuovi cyborg: già ci hanno reso macchine.

L’idea con cui da tempo ci spaventano e ci disciplinano è che ci sono delle forze indipendenti dalla nostra volontà, che, se non procedono in una certa direzione, ci porteranno alla rovina

K-2: Max Weber definisce il disincantamento come un processo di “razionalizzazione” del mondo, in cui spiegazioni magiche e animistiche vengono sostituite da analisi logico-scientifiche. In Reincantare il mondo, però, proponi una lettura più politica dell’eredità weberiana, interpretando le parole del filosofo tedesco come un avvertimento: disincantamento significa vivere un mondo in cui non è più possibile pensare fuori dalla logica dello sviluppo capitalista.  Questo mi fa pensare che il disincanto non chiami in causa solo politiche materiali: il disincanto è un vero e proprio attacco all’immaginario.

SF: Certo, è un attacco all’immaginario, alla possibilità di un’umanità concepita come creativa. Lo stanno facendo con la guerra, con la paura riguardo alla sussistenza, al futuro. Re-incantare vuol dire recuperare, reclamare, ricostruire. Riprendere il controllo di quella parte della vita che non è già completamente controllata dalla nascita fino alla morte.

K-1: In Calibano e la Strega, sostieni che la magia rappresentasse un ostacolo all’emergere del “nuovo ordine del mondo” capitalista. Questo perché la magia apriva un ventaglio di possibilità infinite alla vita umana; molteplicità che mal si coniugava col bisogno di meccanizzazione – ovvero il bisogno di rendere tutto regolare e riproducibile nella stessa, immutabile maniera. Come convincere un gruppo di persone ad andare a lavorare tutti i giorni alla stessa ora, se i cattivi presagi, le profezie, o il volere degli astri li vedrà destinati a far altro? Come convincere qualcuno a lavorare un pezzo di terra, se questa è abitata da spiriti infausti? Nel libro dedichi una parte dell’analisi proprio alla meccanizzazione del tempo, scrivendo “la produzione filosofica del XVI-XVII secolo ha progressivamente abbandonato la profezia sostituendola con il calcolo delle probabilità. Mi sembra che oggi, però, nell’Europa contemporanea, l’interesse per pratiche magiche, profetiche e divinatorie stia riemergendo. Letture di tarocchi, piani astrali, incantesimi o scongiuri, hanno sempre più attrattiva, forse perché rappresentano delle modalità tollerate per sfuggire al razionalismo imperante. Come tu argomenti, però, queste pratiche, anche se un po’ stregonesche, non sono più perseguitate perché oramai incapaci di compromettere la regolarità del comportamento sociale nel suo insieme. Insomma, la magia non fa più paura al capitalismo. 

SF: Sì, sono palliativi.

K-1: Eppure mi sembra che la tolleranza verso alcune pratiche “magiche” valga solo in ambienti culturalmente elitari. Questo mi ricorda quel passaggio di De Martino che parla della nascita della scaramanzia, nata in seno alla borghesia napoletana settecentesca, che, se da un lato non voleva rinunciare al pensiero magico, dall’altro voleva dissociarsi dalle sue origini popolari e credulone. Nasceva così un approccio nuovo, moderno e borghese alla magia, che si basa sull’adottarne alcune pratiche (“Che segno sei?”), per poi distaccarsene attraverso l’(auto)ironia (“Io comunque mica ci credo davvero all’oroscopo…). Un doppio standard che riassume bene la fascinazione per l’incanto che hanno spesso quelle persone che sono troppo colte per arrendersi al razionalismo capitalista, ma anche troppo colte per credere davvero alla magia. Oggi, questo rapporto ambiguo ha favorito processi di commodificazione e di coolificazione di alcune pratiche “magiche”, che diventano merci desiderabili, reintegrate in circuiti economici capitalisti. In questo modo, la magia è disinnescata del suo portato creativo e disturbante. Quando, però, i subalterni credono sul serio alla magia – e, soprattutto, se davvero ne temono le conseguenze – allora la tolleranza è ben diversa: in Italia storie di persone che parlano con le Madonne, vedono gli UFO, o si fanno curare da maghi o guaritrici finiscono sulle prime pagine dei giornali, condite da un vocabolario trito e ritrito: imbroglio, truffa, creduloni, ignoranti, irresponsabili, complottisti. C’è una differenza di classe nel modo in cui viene socialmente percepita la magia?

SF: Ti dico la verità, su questo non sono molto preparata, perché sono cinquant’anni che vivo lontana, quindi tante cose dell’Italia ormai non le so più. Però mi sembra che la differenza fondamentale tra magia popolare – che senz’altro non è rivoluzionaria, ma è piuttosto innocua – e magia borghese, è che quest’ultima è legata al controllo. La magia popolare, come la religione, è una protezione contro il male, una sorta di vaccinazione. Ma non ha desiderio di controllo, piuttosto cerca l’auto-tutela. Mentre la magia praticata a livello borghese, nei secoli è stata usata dal capitalismo come forma di controllo. Marx diceva che il denaro stesso ha un funzionamento magico. Ma pensando ad altri esempi, mi viene in mente lo spiritismo dei salotti, delle sedute spiritiche (séances). Non a caso la séance è diventata un elemento chiave nella letteratura dei romanzi gialli, perchési presta all’imbroglio. È una magia che cerca di controllare quello che si percepisce come incontrollabile: un mondo di forze psichiche.

K-1: Pensando al sodalizio tra spiritismo, borghesia e potere, mi viene in mente la seduta spiritica che nel 1978 rivelò ad alcuni esponenti della DC dove fosse nascosto Aldo Moro.

SF: (ride) Questo non lo sapevo.

K-1: Ma anche le sedute spiritiche di Gustavo Rol, che erano sede di incontri dell’elite industriale e culturale italiana…

K-2: Io vorrei fare un passo indietro, e ritornare a quando Silvia prima ha citato la “magia” del denaro. Sappiamo che Marx ha spesso usato metafore magiche nel suo lavoro per descrivere il funzionamento del capitalismo. Alcune di queste suggestioni sono state riprese da autori che hanno suggerito che il capitalismo stesso potrebbe essere “un sistema stregonesco”, però “senza stregoni”. Tu stessa, Silvia, quando in Reincantare il mondo scrivi “siamo ipnotizzati dalle innovazioni tecnologiche”, usi un termine che richiama all’incantesimo, alla malia, alla fascinazione.

SF:  Tutto il discorso dell’economia capitalista è un discorso stregonesco. L’idea con cui da tempo ci spaventano e ci disciplinano è che ci sono delle forze indipendenti dalla nostra volontà, che, se non procedono in una certa direzione, ci porteranno alla rovina, il mondo non andrà avanti e via dicendo. L’ideologia capitalista ci spaventa continuamente, e lo fa evocando l’esistenza di forze presumibilmente incontrollabili. Pensiamo all’economia. Qui, in USA, alla televisione c’è sempre qualche economista che ci parla del tasso di disoccupazione come se fosse un’entità autonoma, che quindi dobbiamo imparare a comprendere e rispettare. Quello che non si dice è che in realtà sono individui in carne ed ossa che decidono, che cospirano. Tagliano fondi, prendono decisioni che affamano, uccidono, creano guerre; sono persone con piani, progetti e responsabilità specifiche. Io ho scritto un poema proprio sulla cospirazione in questo senso: In praise of conspiracy theory [di cui trovate una traduzione – inedita in italiano – in calce a questo articolo]. La stregoneria capitalista ci induce a pensare che le forze economiche siano autonome, che esistano indipendentemente dalle decisioni della classe capitalista,  e che al massimo i capitalisti siano maghi che le indirizzano, ne aggiustano la direzione. Ma è un discorso mistificante, in cui la responsabilità di specifiche classi spariscono. Sembra che i tassi di interesse ti impongano determinate scelte, ma sono determinate classi che scelgono di affamare certi gruppi di persone, di tagliare i fondi per i servizi, di investire in armamenti. Questa è la stregoneria capitalista. Si parla di economia come si parla di un evento naturale, di un temporale, qualcosa che non si può controllare, un evento atmosferico di cui, al massimo, possiamo capire da dove tira il vento per sfruttarlo.

K-1: Magia popolare, magia borghese, magia capitalista… Forse stiamo perdendo la bussola? Cosa è magia, e cosa non lo è?

SF: Attenzione, sono magia diverse. C’è una magia che possiamo dire reale; ricordiamoci che mageia rimanda alla conoscenza. L’origine del concetto di magia aveva a che fare con il funzionamento della natura, con la continuità tra mondo umano e mondo naturale. Questa magia è legata ad un mondo naturale incontrollabile, impossibile da regimentare. Questa magia è l’incanto del mondo: è connaturata ad un mondo creativo, vivo, che riserva sorprese, non  manipolabile. Poi c’è una magia popolare che si usa per difendersi. Mi riferisco alle credenze popolari, alle scaramanzie, ai culti religiosi: sono forme di autodifesa, di autotutela. E infine, c’è una magia che serve a controllare, e che per lo più è  praticata dall’alto. A partire dalla magia rinascimentale: il mago del Rinascimento non era un proletario o un sovversivo; era una persona che usava l’alchimia in funzione del controllo sociale. Quindi, sì… ci sono diverse concezioni di magia.

Il pensiero illuminista, emerso come una fiammella nel buio per illuminare le tenebre dell’oscurantismo, dopo tre secoli si è trasformato in un faro sparato in faccia

K-1: Eccoci di fronte a tre macro-categorie del magico: la magia come conoscenza, la magia come palliativo e la magia come controllo. Mi chiedo allora dove si inseriscano nuovi tipi di pensiero magico “oscuro”: le fantasie di complotto (le conspiracy theories), il neoesoterismo fascista. C’è da dire che spesso, inoltre, i momenti di crisi del capitalismo sono stati accompagnati da grande fascinazione per l’occulto. Pensiamo alla seconda Guerra Mondiale e al nazismo stesso, che ha sussunto fortemente un immaginario magico-esoterico, a partire dal simbolo della svastica…

K-2: Oppure al capitolo QAnon e il neofascismo statunitense, che sta utilizzando un immaginario molto stringente – che colma forse una necessità di incanto – di trovare nuovi simboli, nuove credenze da rendere collettive, ma che veicolano narrazioni dell’orrore, fatte di satanisti, cannibali pedofili e altre atrocità degne di un film horror… Come inquadriamo questo tipo di pensiero magico?

SF:  La teoria dei pedofili che violentano i bambini viene usata per espellere gli omosessuali dalle scuole. Si proibiscono anche certi libri, accusati di corrompere i giovani, e si accusano le persone trans di essere molestatori. Tutto questo va indagato e denunciato. Ma quello che è in atto è fondamentalmente una guerra di classe. È razzismo, nazionalismo, odio verso i migranti, odio verso persone trans, bisessuali, omosessuali. Ci sono poi gli attacchi alle spese per il welfare, l’apologia della polizia e dell’esercito, l’affermazione del diritto ad armarsi. Tutto questo viene venduto come diritto all’auto-difesa dei bianchi, dei cittadini americani a cui viene detto che i migranti portano via lavoro e privilegi. Trump è centrale in questo processo: è percepito come il loro difensore. C’è una classe dominante, soprattutto repubblicana, che si può permettere di dire qualsiasi cosa, e che da mesi difende lo sterminio dei palestinesi – anche se su questo tema, comunque, repubblicani e democratici sono completamente d’accordo. Oggi assistiamo al ritorno delle forme più brutali di colonialismo. La Palestina è cancellata dalla mappa, perfino dal linguaggio dei media. In Italia non si usa mai la parola Palestina a livello ufficiale. Anche questa è una forma di magia nera, perché cancellandola mistifichiamo lo sterminio, le violenze, le torture sempre più atroci. Però la Palestina non scompare. Questo per dire che, alla fine, dietro il gran calderone delle credenze magiche, esoteriche, dell’immaginario horror, ci sono solo violenze tangibili, materiali, radicate in scelte politiche.

La Q di qAnon

K-2: Tu ti sei occupata molto di caccia alle streghe, scrivendo come questa abbia contribuito all’espandersi del capitalismo. La storia moderna ci parla del Medioevo come un periodo oscuro, che è stato rigettato in favore dell’ingresso in un grande periodo illuminato, fatto di progresso: eppure potremmo dire che forse è l’esatto opposto. Ora viviamo in un periodo di grande oscurantismo. Forse alla fine, però, questo oscurantismo non è poi così nuovo.

K-1: Il pensiero illuminista, emerso come una fiammella nel buio per illuminare le tenebre dell’oscurantismo, dopo tre secoli si è trasformato in un faro sparato in faccia. La luce blu della razionalità e del progresso ormai non ci lascia nemmeno più dormire in santa pace. Più assistiamo all’avanzare del capitalismo, più vediamo condensarsi, nei suoi anfratti, i suoi scarti putridi: crisi climatica, controllo di massa, guerre e genocidio. Per avviarci verso la conclusione di questa chiacchera, ti chiedo, Silvia, cosa c’è di oscuro nel tecno-illuminismo?

SF: Quello che c’è di veramente oscuro è la dissociazione dalla realtà che viviamo quotidianamente. Non sappiamo, per esempio, quanto sfruttamento, quanta pena, quanta lotta, nascondono le cose che usiamo: computer, cibo, vestiti. Se potessimo fare una radiografia degli oggetti che usiamo vedremmo chiaramente la struttura razzista, coloniale, violenta della divisione internazionale del lavoro. Questo per me è oscurantismo: la dissociazione totale rispetto alle logiche di riproduzione della nostra vita. Io penso che, paradossalmente, ci sia più oscurantismo in questa dissociazione che nelle ideologie del complotto, che mi sembrano solo dei calderoni in cui si mescola un po’ di tutto. Le teorie del complotto vanno studiate, certo, ma alla fine servono solo per dare apparenza di dignità a posizioni che sono solo ingiuste e crudeli. Poi, c’è un altro aspetto da considerare quando si parla di nuovo oscurantismo: l’emergere di gruppi religiosi fondamentalisti in varie parti del mondo. Penso, per esempio, ai gruppi neo-pentecostali in Brasile, che attraggono giovani proletari e persone appartenenti alle comunità indigene. Attraverso la propaganda di sette cristiane fondamentaliste, pentecostali, evangeliste – organizzate e finanziate dalla destra negli Stati Uniti – la credenza nella stregoneria si sta diffondendo in varie parti del mondo. Anche il Vaticano, che si trova oggi in competizione con l’emergere del neo-pentecostalismo, ha recuperato la credenza nel Diavolo e ogni anno organizza corsi per esorcisti. A partire dagli anni ‘80, il Fondo monetario e la destra cristiana fondamentalista hanno invaso il mondo contemporaneamente. È l’alleanza della croce con la spada. Come nel XVI secolo. Africa e America Latina stanno assistendo a un vero e proprio ritorno della ‘caccia alle streghe’, le cui cause sono da ricercarsi nel diffondersi di sette cristiane fondamentaliste, in concomitanza con processi di privatizzazione ed esproprio delle terre ai fini di attività estrattiviste.

K-2: Questa è una delle tesi che sostieni in Caccia alle Streghe, Guerra alle Donne, dove scrivi che l’intensificarsi delle accuse di stregoneria nell’Africa post-coloniale è uno degli effetti collaterali della cosiddetta “integrazione” dei paesi nell’economia globale.

SF: Sì, questi due fenomeni sono collegati. I fondamentalismi religiosi sono l’altra faccia dell’aggiustamento strutturale, dei progetti di sviluppo economico, della ricolonizzazione del cosiddetto Terzo Mondo attraverso la politica dell’indebitamento. Il ritorno della credenza nella stregoneria e della “caccia alle streghe” va senz’altro collegato ai processi messi in atto dall’espandersi dei rapporti capitalisti, alle varie forme di guerra che governi e corporations ingaggiano contro intere comunità – che spesso hanno la sfortuna di trovarsi in territori ricchi di risorse minerarie e energetiche. Se non riconosciamo questi rapporti rischiamo di ricadere nella perversa tradizione che descrive le accuse di stregoneria solamente come un fenomeno folklorico, come usanze caratteristiche di popolazioni cosiddette “non civilizzate”.

Poesia in conclusione di Midnight Notes #9 (1988).
Elogio alla teorie cospirazioniste

Cospirare
etimologicamente respirare insieme.
Quindi domanda numero uno.
I nostri padroni non condividono gli stessi sospiri
alle nostre troppo scarse prestazioni?
E loro, nelle stesse stanze ovali,
non pianificano e complottano
come spremere le ultime gocce di sangue
ed escogitano punizioni appropriate
se la carota che penzola di fronte a noi
non riesce a convincerci che dio stesso
ha ideato
le loro tabelle di produttività?

Cospirare, terribile parola
piena di minacciose riverberazioni;
porte chiuse
ordini dati in sordina
cattive intenzioni.
Impossibile! – direte voi.
Ma dalla propaganda di destra
non ti far fregare.
Il proiettile che trapassa
la tua testa
è stato pianificato per me e te
già dall’inizio del
tempo del Capitale.

E quel taglio in busta paga
che così in profondità ci ha attraversato
le tasche
strappandoci i pantaloni
è tutto nella logica del sistema.
Quindi attenti alle
teorie cospirazioniste della storia.
Nessun sospetto ci è permesso,
fratelli e sorelle,
non allungate gli occhi
per leggere tra le righe
o per seguire una traccia di sangue
sotto le scarpe dei nostri padroni.

Qua parliamo di stocks, bonds e profitti.
Il prezzo dell’oro scende?
C’è una sparatoria in Sud Africa.
I tassi di interesse salgono?
Affamiamo in Nigeria.
Quello che vedi è quello che ti danno
e ce lo dicono.

Ma io so che gli stocks non vanno in giro con una pistola
e che i paper bonds non possono decidere
il prezzo di una bottiglia di latte
che farà morire di fame un bambino
in una baraccopoli dell’impero.
E nessun organigramma aziendale manda
mani sgocciolanti di sangue
a terrorizzare di notte
i vicoli di El Salvador
per quella ferita nella carne
che farà quadrare i loro profitti.

Tra gli stocks e i
livelli di disoccupazione
i bonds e le camere della tortura
ci sono le consulenze
di decine di uomini,
alcuni ferocemente spudorati
altri che rabbrividiscono alla luce del giorno
come vermi sotto un mattone appena alzato.
Pellegrini senza tregua
in limousine blindate
si congregano nelle Mecche dei loro
omicidi,
New York, Londra, Ginevra,
dove si prendono le decisioni
il cui riverbero diffonderà paura
nei quattro angoli
del mondo del Capitale.

Nessuna cospirazione, tu dici?
Con quale creazione linguistica
dovrei chiamare l’atto e il momento
in cui, schiacciando il mozzicone di una sigaretta,
alcuni uomini decidono per un 100%
di aumento
che toglierà il cibo dalle nostre tavole
e ci farà passare le notti insonni
costantemente calcolando
le nostre possibilità di sopravvivenza.

Vai, allora
cantiamo le lodi
alle teorie cospirazioniste della storia.
Fino a che ci saranno uomini
che siedono e pianificano azioni
che causano la morte di alcuni di noi
nessuna mistificazione concettuale 
o gioco di parole
mi impedirà di concludere
che stanno cospirando contro di noi.

(Silvia, Port Harcourt, 1985)
Traduzione di Alberico Ricci