La città illusionista

Guida critica alla suggestione urbana della Roma transistorica

In occasione dell’uscita del terzo volume di M (Gli ultimi giorni dell’Europa) di Antonio Scurati, che si apre con la visita di Hitler in Italia nel 1938, proponiamo un tutorial sul tema realizzato dalla Società Essoterica di Illusionismo Critico (ESCI), una scuola politica di prestigiazione che affronta cause ed effetti della società digitale contemporanea indagando la relazione tra magia e pensiero critico, promuovendo l’illusionismo come l’arte marziale del dubbio e la forma di conoscenza più adatta per navigare nella post-verità.

Mariano Tomatis

Le arti hanno rivestito un ruolo fondamentale nella costruzione di scenari urbani immaginati per governare le emozioni. La città, manipolando sapientemente il proprio spazio, ha curato il fondamento mitico e politico della propria identità. L’organizzazione dello spazio urbano e architettonico, visto sotto questa luce, presenta non pochi tratti comuni con l’arte della prestigiazione, nella quale sofisticate tecniche e pratiche illusionistiche sono utilizzate ai fini di manipolare percezioni e comportamenti. Formulando un tutorial per rileggere l’operazione di incanto urbano messa in scena attraverso raffinati dispositivi estetici e politici in occasione della visita del Führer a Roma nel 1938, ESCI invita a dotarsi degli strumenti dell’illusionismo per imparare a riconoscere queste operazioni nella storia, riscoprirle criticamente al fine di democratizzare questi dispositivi e guidare una riflessione, oggi, su un possibile reincanto critico dello spazio urbano.

In alcune epoche l’architettura, in sinergia con la pittura e la scultura, ha rivestito un ruolo fondamentale nella costruzione di scenari urbani immaginati per governare le emozioni, realizzando quello che Ejzenštejn ha definito “montaggio delle attrazioni” (1). Da questo punto di vista Roma è stata una città paradigmatica, in particolare in tre momenti storici: la Roma imperiale, la Roma barocca, la Roma fascista. In queste tre epoche la città, manipolando sapientemente il proprio spazio, ha curato il fondamento mitico della propria identità: mito essoterico e pubblico, macchina scenografica per costruire il consenso (2).

Recentemente Andrea Cavalletti, partendo da un’analisi del mesmerismo come “apparato di controeducazione” (3) basato sulla suggestione, ha descritto la città biopolitica come sin dalle sue origini magnetica, suggestiva e spettacolare, gestita attraverso un sistema securitario inteso come una grande “macchina psicotecnica di suggestione di massa” (4). Ogni Stato con tendenze totalitarie punterà sul proprio carattere ipnotico e suggestivo, tracciando le partizioni tra ciò che è da spettacolarizzare e ciò che è da dissimulare:

Per questa implicazione biopolitica, […] perché la vita che il biopotere ha preso in carico è da sempre fluido-magnetica, il fascismo è contenuto nella suggestione, come la suggestione autoritaria è l’esito necessario e il fantasma mai sopito di ogni Stato (5).

L’organizzazione dello spazio urbano e architettonico, visto sotto questa luce, presenta non pochi tratti comuni con l’arte della prestigiazione, nella quale sofisticate tecniche e pratiche illusionistiche sono utilizzate ai fini di manipolare emozioni, percezioni e comportamenti.

Le tecniche manipolatorie e l’apparato scenico impiegati dagli illusionisti, ci insegnano come l’immagine di qualcosa possa avere ricadute profonde, provocando suggestioni collettive che penetrano tanto profondamente nel tessuto del reale da modificarlo. Il dispositivo della suggestione ci obbliga a superare la distinzione tra apparenza e realtà. L’universo magico che permea il nostro ambiente quotidiano non può considerarsi un semplice inganno, dietro cui si celerebbe al sicuro il mondo vero. La magia è oramai lo scheletro di quella che con Baudrillard (6) potremmo chiamare la nostra iperrealtà. La magia incanta, seduce, suggestiona.

All’incantamento della politica conviene rispondere con la politicizzazione dell’incanto, da una parte riscoprendo il potenziale magico dell’arte delle origini, dall’altra valorizzando l’arte magica stessa.

Non è un caso che l’incanto, nella forma dell’arte e con essa l’arte di costruire la città, sia stato spesso strumentalizzato da poteri totalitari per costruire la propria forza simbolica. Negli anni di affermazione del regime, il fascismo ha dato grande enfasi all’organizzazione estetica dello spazio pubblico. L’estetizzazione della vita politica orientata alle masse – il tentativo di restaurare artificialmente un’esperienza auratica del contemporaneo –, che secondo Walter Benjamin caratterizza il fascismo, può essere intesa anche come una forma di reincanto. Negli anni del ventennio Roma diventa il punto di partenza e di riferimento del regime; il nostro simbolo o, se si vuole, il nostro mito:

At the same time, however, Rome was not just like any other city. It was the historic and the modern capital of the Italian nation, […] as well as the seat of the Fascist state and the stage of the dramatic events of October 1922. It was regarded by the regime as the fount of the most important Fascist myths – the living epitome of romanità, of modern integral national identity, and of timeless universality (7).

Una possibilità di emancipazione delle masse, come antidoto all’estetizzazione della politica, è vista da Benjamin (8) nella politicizzazione dell’arte. E così, anche all’incantamento della politica conviene rispondere con la politicizzazione dell’incanto, da una parte riscoprendo il potenziale magico dell’arte delle origini, dall’altra valorizzando l’arte magica stessa: affrontare la magia al potere attraverso tattiche illusionistiche senza pretendere di uscire dall’universo magico. Siamo convinti che l’illusionismo sia un perfetto caso studio all’interno del mondo dell’arte, il più efficace pharmakon (9) per una società dalla grammatica magica. Ingannandoci apertamente, i prestigiatori di professione ci aprono gli occhi: sono i nostri maestri del dubbio. Se la magia è ovunque struttura sotterranea, l’illusionismo la espone facendoci prendere coscienza della vulnerabilità della nostra mente, delle forme del politico e forse persino della struttura del reale (10).

Lavorare sull’illusione è un modo di intervenire sul reale. Il modo forse più efficace, oggi, per rendere il mondo una costruzione collettiva passando da una pratica esoterica, riservata agli iniziati, a una essoterica, accessibile a chiunque. La stessa dimensione di intrattenimento della prestigiazione è un’arma che può essere usata facilmente in funzione critica così come, per Benjamin, già avveniva con il cinema.

La presa di coscienza a cui ci porta l’illusionismo non deve essere intesa come una demistificazione. Sappiamo di essere ingannati dall’illusionista, eppure ci stupiamo ogni volta: l’incanto non svanisce. In primo luogo perché proprio grazie all’Illusionismo scopriamo quanto sia ingenuo credere a una realtà pura, celata oltre l’apparenza. In secondo luogo perché il disincanto verrebbe miseramente sconfitto dalla potenza seduttiva della magia, funzione che in molti momenti della storia è stata strumentalmente attribuita all’arte (11).

La prestigiazione padroneggia con effetti dirompenti le tecniche di intrattenimento e distrazione, portandoci a scoprire le sorprendenti potenzialità emancipatorie dello stupore. È ora di appropriarsi di strumenti così potenti.

Proponiamo di usare i nove principi dell’illusionismo di Peter Lamont e Richard Wiseman (12) come chiave di lettura di alcune operazioni di costruzione simbolica e trasformazione scenografica dello spazio urbano.

Utilizzando come espediente narrativo il percorso spettacolare transtorico messo in scena per la visita di Adolf Hitler a Roma nel maggio 1938, presentiamo un tutorial per rileggere l’operazione di incanto messa in scena in quell’occasione attraverso raffinati dispositivi estetici e politici.

L’invito è quello di dotarsi di strumenti per imparare a riconoscere queste operazioni nella storia, riscoprirle criticamente al fine di democratizzare questi dispositivi e guidare una riflessione, oggi, su un possibile reincanto critico dello spazio urbano.

The Rome that the Führer saw during his four-day stay at the capital […] was a heavily redacted and meticulous pieced-together image of a heterotopic “third Rome”. Through carefully planned itineraries across the historic centre dotted with staged rituals and visual cues (lighting, flags and banners, assembled crowds), the German delegation experienced a city with an imagined geography of grandiose monuments and avenues of the past and the present, ruthlessly redacted and full of deliberate denotative associations that traversed millennia with casual, yet deliberate ease.

1. Apparizione
Qualcosa appare dove non c’era

Un esempio comune è il coniglio che viene tirato fuori dal cappello. Di solito l’oggetto o era già lì ma nascosto, messo segretamente in posizione, o non è affatto presente ma sembra esserci. Ne è un esempio la stazione Ostiense, sontuoso apparato effimero che venne eretto proprio per l’arrivo di Hitler a Roma. Apparsa in soli 45 giorni di lavoro, prima di essere ricostruita in muratura due anni dopo, venne allestita con materiali prefabbricati (tubi innocenti e lastre di legno stuccate), ma il risultato fu di grande effetto scenografico, come se fosse stata interamente realizzata in travertino.

2. Sparizione
Qualcosa sparisce da dove era

Un classico caso è quello della sparizione della monetina. Il trucco, ottenuto tramite il dispositivo della distrazione, o misdirection, consiste nel rimuovere un oggetto nascondendo l’atto della rimozione. È il caso della scomparsa del millenario quartiere popolare alessandrino per realizzare la scenografia archeologica di via dell’Impero e dello spostamento dei suoi abitanti nelle nuove borgate fasciste.

3. Trasposizione
Un oggetto cambia posizione nello spazio

Questa è una tecnica di mascheramento nella quale la causa del movimento non è ovvia a prima vista, o viene fatta apparire come attribuibile a una forza mistica. La Stele di Axum trascinata da centinaia di soldati italiani ed eritrei e trasportata a Napoli con un viaggio di due mesi, viene ricomposta di fronte al Ministero delle Colonie (l’attuale sede della FAO) e infine riportata in Etiopia nel 2003, durante il governo Berlusconi.

4. Trasformazione
Un oggetto cambia forma

Può trattarsi di un’illusione ottica o di un trucco segreto di sostituzione. Un esempio è la trasformazione scenografica della facciata e dell’ingresso di Palazzo delle Esposizioni, progettata da De Renzi, Libera e Valente in occasione della Mostra per il decennale della rivoluzione fascista.

5. Penetrazione
Un corpo appare penetrato da un altro

Ad esempio, una spada telescopica spinta su un corpo dà l’impressione di attraversarlo. La via dei trionfi penetra il corpo della città antica fino a raggiungerne il cuore nel Foro. Con l’attraversamento dell’arco di Costantino, le parate realizzano una compenetrazione perfetta tra i successi militari dell’impero romano e quelli del neonato impero fascista.

6. Ripristino
Un oggetto precedentemente rotto riappare come un tutto intatto

Un esempio classico è quello della donna segata a metà quando alla fine riappare illesa, trucco che coinvolge un uomo che, per dar prova dei suoi poteri, usa come strumento scenico il corpo di una donna. La ricostruzione dell’Ara Pacis, i cui frammenti erano fino a quel momento dispersi, intendeva associare il suo restauro alla celebrazione del bimillenario della nascita di Augusto, primo imperatore romano, inaugurando un monumento allo stesso tempo nuovo e antico.

7. Abilità soprannaturali
L’esibizione di straordinarie capacità mentali o fisiche

Ciò potrebbe includere qualsiasi numero di combinazioni degli effetti precedenti, centrando però la causa dello straordinario sul mago. Nel contesto dell’enorme quantità di abbattimenti e demolizioni che caratterizzarono Roma negli anni Venti e Trenta del Novecento, molte delle trasformazioni avvenivano alla presenza dello stesso Mussolini armato di piccone e circondato dagli operai.

8. Telecinesi
L’abilità di controllare o muovere un oggetto senza toccarlo, con il potere della mente

Benito Mussolini addressing crowds on during the Declaration of the Italian Empire, May 9, 1936, in the Palazzo Venezia in Rome, Italy. (Photo by George Rinhart/Corbis via Getty Images)

Ecco come la spettacolarità dell’architettura di Piazza Venezia, appositamente risistemata per ospitare i grandi raduni fascisti, fa da cornice spaziale e simbolica alla telecinesi di massa del braccio teso operata dal Duce.

9. Percezione extrasensoriale
Telepatia, controllo della mente, precognizione e chiaroveggenza, tecniche suggestive che richiedono una cospirazione completa con ruoli distribuiti tra gli addetti ai lavori, messa in scena per gli spettatori

Non è un caso che il regime fascista, compreso il potenziale propagandistico del cinema e della comunicazione inaugura nel 1937 l’Istituto LUCE e amplia gli orizzonti del suo piano urbano con il grande complesso di stabilimenti cinematografici Cinecittà.

Natalia Agati, Emanuele Caporrella,
Matteo Locci, Francesco Restuccia, Maria Rocco

Note

1. Sergej Michajlovič Ejzenštejn, Il montaggio delle attrazioni, in “Il montaggio”, Marsilio, Venezia 1986, pp. 219-226.
2. Lucio Caracciolo, “Tutti i miti portano a Roma”, in Limes, n. 2, 2020, Il potere del mito, pp. 7-34.
3. Andrea Cavalletti, Suggestione. Potenza e limiti del fascino politico, Bollati Boringhieri, Torino 2011.
4. Carl Schmitt, citato in Cavalletti, op. cit., p. 27.
5. Ibidem.
6. Jean Baudrillard, Simulacres et simulation, Éditions Galilée, Paris 1981.
7. Aristotle Kallis, The Third Rome, 1922–1943. The Making of the Fascist Capital, Palgrave Macmillan, Basingstoke 2014, p. 45.
8. Walter Benjamin, L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica, Einaudi, Torino 2011.
9. Nella Grecia antica si impiegava un solo termine, pharmakon, per il veleno e per l’antidoto. La cura per il morso di un serpente, infatti, si ricavava dallo stesso veleno preso nella giusta misura.
10. Federico Campagna, Technic and magic: the reconstruction of reality, Bloomsbury, New York 2018.
11. Basti pensare al modo in cui la Controriforma sfrutta il potenziale di evangelizzazione insito nelle arti, considerate da Carlo Borromeo un potente strumento di propaganda e diffusione delle nuove dottrine conciliari. Il Barocco in tal senso potrebbe essere letto come una grande crociata tattica agita dalla Chiesa contro il disincanto attribuito all’azione della riforma protestante, attraverso un uso sapiente del potenziale politico dell’incanto stesso. Cfr. Max Weber, L’etica protestante e lo spirito del capitalismo, Rizzoli, Torino 1991; Georg Wilhelm Friedrich Hegel, Estetica, Einaudi, Torino 1997.
12. Peter Lamont e Richard Wiseman, Magic in Theory. An introduction to the theoretical and psychological elements of conjuring, University of Hertfordshire Press, Hatfield 2005.

ATI suffix è un collettivo interdisciplinare di architett*, artist*, filosof* e ricercator* dall'identità aperta, il cui lavoro intreccia architettura e arte relazionale. I progetti sono accomunati dalla sperimentazione di nuove forme di interazione tra dinamiche sociali e spazi urbani, tra abitanti e luoghi, attivando dispositivi spaziali e processi di co-ideazione che interroghino i limiti del processo di creazione architettonica e artistica. All’interno di una ricerca eterogenea sulla città e sulla dimensione urbana attivano performance, azioni, installazioni e laboratori dalla spiccata attitudine relazionale, effimera, interattiva, ludica. Concepiscono il loro coinvolgimento come attori contaminanti e contaminati da processi aperti e co-diretti dalle circostanze, dai contesti, dalle persone e dalle comunità incontrate, operando come fattore di squilibrio e messa in discussione delle convenzioni. Alla base della ricerca del collettivo c’è l’ascolto e l’attenzione per contributi provenienti da ciascun attore e attrice che partecipa alla costruzione della città. La specificità del loro intervento urbano risiede nell’eterodossia e nell’imprevedibilità, lavorando nel tessuto immaginativo verso una forma di attivismo impegnato a partecipare nel divenire della città. www.atisuffix.net www.illusionismocritico.it