Guida all’intossicazione con la Salvia Divinorum

Una visione venefica di Dale Pendell

Pubblichiamo un estratto da Pharmako/Poeia. Poteri delle piante, veleni e arti erboristiche di Dale Pendell, ringraziando add editore per la disponibilità.

Sull’avvelenare i pozzi 

Non c’è nulla di così bello e profondo che le Forze del Male non possano deformare e alterare per i loro spregevoli e nefandi fini. Devi capirlo bene se vuoi diventare un avvelenatore, un dottore della via venefica.

Non esiste panacea. Non fidarti di chi dice il contrario.

Per questo conosciamo la pratica di «avvelenare i pozzi».

Noi siamo il male. E nel male c’è l’unica speranza di salvezza. Il male è il rimedio. Devi danzare con il male. Evitarlo lo rende soltanto più forte. Non morirà, ma subirà una metamorfosi in qualcosa che non possiamo identificare, un’epifania ignota.

I dottori della Central Intelligence Agency americana avevano studiato la possibilità di mettere l’LSD negli acquedotti municipali un decennio prima che la stessa idea venisse ai radicali degli anni Sessanta. Ma non è questo il significato di «avvelenare un pozzo».

Fare i conti con la natura del male. La malvagità è in noi.

Noi siamo il male. E nel male c’è l’unica speranza di salvezza. Il male è il rimedio. Devi danzare con il male. Evitarlo lo rende soltanto più forte. Non morirà, ma subirà una metamorfosi in qualcosa che non possiamo identificare, un’epifania ignota.

A Dioniso serve carattere.

Una disciplina formale che non lo nega ma che ci ragiona con calma, lasciandolo andare e venire. Entrarci in intimità. Fondersi, baciarsi, rapiti dall’estasi orgasmica. Non inseguire il dio, ma farci l’amore. Andare a letto con Satana, Perché no? Il potere dell’amore è smisurato!

Questo illustra la pratica di «avvelenare i pozzi».

Salvia Divinorum

NOMI COMUNI 

Salvia del divinatore, ska Pastora, hojas de la Pastora, salvia del veggente, la María.

La pianta del «Proprio Questo». La pianta del «Vuoto».

SPECIE IMPARENTATE

La Salvia divinorum contiene un diterpene, la salvinorina. Pare che alcune specie del genere Coleus contengano composti simili, ma non è mai stato confermato (e i risultati dei biotest sono quasi tutti negativi). La Salvia splendens contiene salviarina e splendidina, entrambi diterpeni, e specie diverse potrebbero contenerne altri. Nel caso di questi composti non è stata segnalata alcuna attività psicotropa, ma ciò non significa che il caso sia chiuso; per anni ho sentito sussurrare di «effetto placebo» quando si parlava dei poteri delle foglie di ska Pastora essiccate!

La Salvia sonomensis contiene una sostanza simile alla canfora che, se fumata, è un blando stimolante. La Salvia officinalis contiene tujone, che in alcune varietà costituisce più del 50 per cento dell’olio essenziale.

Ma quelle piante non hanno niente a che fare con me.

Vero.

TASSONOMIA

Una vera salvia, come quella da cucina. Della famiglia della menta. Ci sono almeno un migliaio di specie nel genere, e cinquecento nel sottogenere neotropicale Calosphace, a cui appartiene la Salvia divinorum. Molte specie di Salvia negli ambienti temperati sono xerofile, come la Salvia mellifera, la Salvia apiana e la Salvia leucophylla del chaparral californiano. La Salvia divinorum è un’idrofita.

LA PIANTA

Stelo a sezione quadrangolare, margini seghettati; stelo cavo e succulento. Lo stelo, con un sostegno, può superare i due metri di altezza. Di solito ricade e in quel punto mette le radici. I rametti ascellari germogliano dai nodi. La pianta fiorisce quando le giornate si accorciano: lunghi e graziosi racemi di fiori bianchi e fragranti, i calici di un intenso color lavanda. Spolverizzo le mie insalate con una manciata di fiori.

L’ALLEATA

Può essere timida. A volte deve imparare un po’ a conoscerti prima di venire a salutarti. Ma una volta che si presenta, nessuna è più diretta di lei.

PARTE USATA

Le foglie. Lo stelo può essere succhiato.

COME ASSUMERLA, LA VIA DELLE FOGLIE

Tredici paia di foglie, gli steli tutti rivolti nella stessa direzione, vengono arrotolate a forma di sigaro e mangiate. È il metodo tradizionale, quello dei Mazatechi, i Custodi della Pianta. Le foglie vengono usate come i funghi, insieme a candele (tirate fuori in seguito), preghiere e canti. La cerimonia si svolge di notte, in una stanza buia. Più buio è, meglio è. E più silenzio c’è, meglio è: la luce e il rumore tendono a dissolvere l’esperienza.

Non è raro tra i Mazatechi accompagnare le foglie con un sorso di tequila. La tequila pulisce il palato e potrebbe aiutare l’assorbimento.

Accende la bocca come un arcobaleno,
è come un’alba dai colori pastello che esplode a oriente.

Ci sono dei tabù molto rigidi da rispettare per alcuni giorni dopo avere mangiato le foglie sacre, come ad esempio non avere contatti sessuali. È importante anche essere consapevoli del rituale quando si raccolgono le foglie e quando si riordina dopo la cerimonia.

Alcuni la definiscono una sensazione tattile e sensuale. Per altri coinvolge la temporalità e la dimensionalità, il viaggiare nel tempo. Altri ancora dicono che coinvolge la Rete dell’Energia Radicale, o il divenire pianta.

CHIMICA

Ignota fino a tempi recenti, e tutt’altro che pienamente compresa. Nel 1982, Alfredo Ortega e i suoi colleghi isolarono un diterpene biciclico, C23H28O8, da materiale raccolto a Oaxaca e lo chiamarono salvinorina. Un altro gruppo di scienziati, guidato da Leander Valdes dell’università del Michigan, isolò in modo indipendente lo stesso composto e lo chiamò divinorum. Siccome Ortega pubblicò per primo, il nome salvinorina ha avuto la precedenza. Nessuno dei due studiosi ha testato la salvinorina per l’attività umana, ma indagini recenti svolte da Daniel Siebert e altri, me compreso, ne hanno dimostrato il carattere psicoattivo al di là di ogni ragionevole dubbio.

Altri composti presenti nelle foglie fresche possono avere un’azione sinergica per creare gli straordinari effetti variabili di questa pianta, forse inibendo l’azione litica di un enzima o dei succhi digestivi.

LA PIANTA                     

salvia del veggente
              salvia della verità
salvia del sogno
              salvia fantasma
salvia della lucertola
              salvia del topo
salvia dai piedi delicati
              salvia dei cembali
salvia montagne russe
              salvia razzo
salvia del risveglio
              salvia come una danza
salvia volpe d’argento
              salvia lampadina nuda
salvia cascata

EFFETTI

È come uno specchio privo di cornice: alcuni non vedono nulla; altri invece vedono, ma quel che vedono non gli piace.

È come delle morbide zampe di gatto, la pressione di morbide zampe di gatto, o tante lingue di uccelli che ti leccano la mente. O come dita minuscole, come le dita dell’edera che si allungano per scalare un muro…

Alcuni la definiscono una sensazione tattile e sensuale. Per altri coinvolge la temporalità e la dimensionalità, il viaggiare nel tempo. Altri ancora dicono che coinvolge la Rete dell’Energia Radicale, o il divenire pianta.

«Lingue di uccelli che ti leccano la mente.» Le abbiamo misurate: quattro o cinque colpetti al secondo. Potrebbe essere il ritmo theta.

COME ASSUMERLA, IL PONTE DEL FUMO

Le foglie essiccate possono essere fumate. Una pipa col fornello grande, tipo pipa da tabacco, va benissimo. Le sigarette arrotolate sono meno soddisfacenti, perché è difficile fare un bel tiro profondo. Trattieni il fumo. Da una a tre boccate bastano.

Cinque o sei tiri brevi non producono lo stesso effetto di uno solo ma importante. Il motivo non è chiaro. Forse il cervello reagisce alla salvinorina nel giro di qualche secondo, con difese neurochimiche.

La tecnica migliore è usare la manovra di Valsalva: si svuotano i polmoni di aria e poi si fa entrare il fumo un po’ alla volta finché i polmoni non sono completamente pieni. Quindi si trattiene il fumo il più possibile. Infine lo si lascia uscire piano.

L’ALLEATA

Quasi tutti sperimentano effetti scarsi nei primi incontri con le foglie. Il potere delle foglie sembra montare lentamente a ogni ingestione successiva fino a raggiungere il picco. Díaz è stato il primo a scrivere del fenomeno. Dopo avere bevuto il succo delle foglie fresche sei volte si è accorto che ogni volta «aumentava la sensibilità agli effetti della pianta».

Al contrario, capita che l’alleata travolga e schiacci una persona senza preavviso, al primo incontro. Altri, invece, ne sembrano ostinatamente immuni.

EFFETTI, IL PONTE DEL FUMO  

In un periodo di alcune settimane,
tutto intorno a me
è diventato gradualmente più intelligente.

FARMACOLOGIA

Totalmente sconosciuta. La Salvia divinorum rappresenta una classe di enteogeni completamente nuova. Uno studio sui recettori finanziato da David Nichols non ha scoperto alcun tipo di inibizione nei legami dei quaranta composti di riferimento testati, che coprivano tutti i principali recettori noti.

La Salvia divinorum non contiene alcaloidi. Negli screening delle piante sulla psicoattività, quelle che non contengono alcaloidi di solito vengono scartate. Ma è un approccio avventato.

A causa della quantità di materiale che è necessario ingerire perché la salvia del divinatore sia completamente attiva, ho avuto l’illuminazione che qualunque pianta potrebbe essere enteogena mangiandone ventisei foglie alla volta. Sto scherzando, ma non potrete capirlo finché non mangerete la salvia del divinatore in prima persona.

È amara, fratelli miei.

Dale Pendell è stato un poeta e un etnobotanico americano. Nella sua opera ha combinato esperienza diretta, scienza, folklore e poesia nel descrivere il rapporto tra piante psicoattive ed esseri umani. Ha fondato la rivista d’avanguardia «Kuksu», il Primitive Arts Institute e l’area tematica Oracular Madness al Burning Man. È autore di Equations of Power, Inspired MadnessThe Great Bay: Chronicles of the CollapseWalking With Nobby: Conversations with Norman O. BrownThe Language of BirdsSeeking Faust e della trilogia «Pharmako», di cui questo titolo fa parte.