Manifesto di Demonologia Rivoluzionaria

Per una sinistra della Mano Sinistra, ovvero: contro il rituale demonologico-globale del Dogma della Mano Destra, è tempo di riattivare la Resistenza Occulta e puntare alla disgregazione entropica del Cosmo

La dottrina del Cammino della Mano Destra – che include la quasi totalità della tradizione ermetica occidentale – è una teoria della deificazione dell’individuo. Paragonando le dottrine esoteriche alle teorie scientifiche, si può immaginare che ogni dottrina costruisca attorno ai propri dogmi un modello della realtà, fatto di assiomi e connessioni, che permette a una certa visione del cosmo di sostenersi ed espandersi. Come in fisica, non esiste una teoria ermetica del tutto; ogni dottrina esoterica fa acqua da qualche parte, lascia qualche cerchio aperto, dimentica più o meno volontariamente qualcosa. Più precisamente, come accade nelle scienze, ogni modello della realtà non è pensato per essere esatto o completo, ma per rispondere a una specifica esigenza umana di comprensione e di controllo.

Per secoli, tutte le pratiche di magia cerimoniale, anche quelle più dichiaratamente oscure e sinistre, si sono basate sugli stessi assiomi, e hanno fatto riferimento allo stesso modello della realtà. La struttura concettuale di questo modello e i rituali che ne derivano sono racchiusi nella Qabalah ermetica e nel glifo dell’Uomo Celeste. La comprensione approfondita dei significati di questo glifo è complessa e apre un vortice di interpretazioni e collegamenti. Proseguendo con la nostra metafora scientifica, ai nostri scopi attuali non è necessario conoscere tutte le equazioni che compongono il modello che stiamo studiando; ci è sufficiente capire quale è il suo obiettivo, e quali sono gli assiomi su cui si basa.

L’obiettivo di qualsiasi praticante del Cammino della Mano Destra è quello di raggiungere la vita eterna, assumere completo controllo del mondo materiale, e diventare Dio. Questo facilita enormemente il nostro lavoro di classificazione e riconoscimento delle pratiche esoteriche, dato che il Cammino della Mano Destra ha assunto moltissime forme nel corso della storia, molte delle quali, come già osservato da altri prima di noi, in aperta e sanguinosa lotta le une con le altre, ma non per questo diverse nel loro intento.

Il Cammino della Mano Destra ha sempre dichiarato che la propria Qabalah è una chiave completa e incontestabile dell’universo e dei suoi misteri, e che il glifo dell’Uomo Celeste racchiude una verità limpida ed auto-evidente. Questo, ovviamente, è falso. Il concetto più importante su cui si basa la tradizione ermetica occidentale è quello di Equilibrio; ovvero che esiste una perpetua simmetria nel cosmo, in cui l’individuo-uomo-Dio può sempre collocarsi al centro. L’universo raccontato da questa dottrina è un motore perpetuo perfettamente reversibile in cui tutto viene conservato; solo così l’iniziato può raggiungere la vita eterna.

L’universo in disequilibrio ci mette dinnanzi un drago ben più spaventoso e affamato, una bestia dalle infinite teste, avvolta su se stessa in innumerevoli spire contorte, che nella sua gioia frenetica sbrana ogni cosa, divorando anche noi.

L’equilibrio ci appare come un concetto naturale; da millenni di storia siamo stati abituati a cercare nell’universo una sottesa armonia, una tendenza che si è espressa, attraverso la storia delle civiltà, e in particolare la «nostra», in molti modi diversi. Allora abbiamo elaborato formule e calendari di complessità impressionante pur di giustificare l’idea che le orbite dei pianeti nel cielo fossero perfettamente circolari, e che nella volta celeste non potesse soggiornare nulla che non fosse sferico e perfetto; le comete erano presagi infuocati di catastrofi e morte. Quando la fisica ha smentito questi dogmi, il concetto della perfezione del cosmo è indietreggiato, ritirandosi nell’ombra di pratiche oscure, annidandosi, tra le altre cose, in una rafforzata idea dell’uomo come centro del micro-macrocosmo, che, pur non apparendo più perfetto agli occhi del soggetto contemporaneo, deve continuare a nascondere, nel suo misterioso linguaggio, una circolarità imperscrutabile.

Ogni istante microscopico di un processo all’equilibrio coincide con il suo inizio e la sua fine, dunque il segreto dell’equilibrio è il numero zero, il punto di virtuale immobilità in cui ogni movimento in avanti è rispecchiato perfettamente da ogni movimento all’indietro. Possiamo spiegare il nostro attaccamento al concetto di equilibrio in funzione della nostra natura di sistemi viventi limitati; al nostro interno, deve essere mantenuto un ordine che garantisce la nostra sopravvivenza e il funzionamento delle nostre macchine; lo stupore che proviamo davanti alla nostra organizzazione organica è un sentimento ingannevole che cela un’incomprensione del vero costo della nostra esistenza. Vogliamo credere nella conservazione perché, davanti all’evidenza della nostra inevitabile disgregazione, cerchiamo una teoria che renda la Vita meno inutile, ma soprattutto meno necessaria; un universo in disequilibrio ci pone davanti alla realizzazione che tutto quello che siamo non è che una spontanea e frenetica proliferazione di macchine molecolari che bruciano, consumano, si duplicano e muoiono, in una danza ineluttabile e priva di significato.

I principi della termodinamica hanno visto la luce la prima volta quando ci siamo posti il problema di costruire un motore; il motore converte energia da una forma ad un’altra, e come tutti sanno bene, l’energia si conserva; la domanda cruciale allora è capire se la nostra incapacità di costruire una macchina in moto perpetuo è un limite tecnico, o un limite teorico. La termodinamica smette di diventare un problema ingegneristico e inizia a diventare uno squarcio nella nostra visione del mondo nel momento in cui ne comprendiamo le implicazioni profonde; non solo non è possibile convertire l’energia senza che parte se ne perda, come «rumore di fondo» nell’universo – ma tutto ciò che accade, ogni fenomeno che avviene in qualunque angolo del cosmo, è un processo in disequilibrio. Ogni cosa precipita in una specifica direzione; nulla è reversibile; in nessun caso possiamo ritornare. L’universo è per definizione spontaneo; la spontaneità delle cose prescinde dalla nostra volontà. L’orologio con cui segniamo la direzione del tempo chimico della nostra vita è una quantità che chiamiamo entropia, collegata al concetto di disordine tramite l’idea che il caos è inerentemente più probabile dell’ordine.

Lo zero termodinamico, ovvero l’unico equilibrio possibile, è raggiunto solo nel momento in cui la materia si manifesta nella sua massima molteplicità, cioè quando l’universo esprime il massimo numero di configurazioni equiprobabili. Ogni struttura ordinata impone una gerarchia di probabilità nell’universo, stabilendo il proprio dominio come configurazione non equivalente alle altre; l’equilibrio termodinamico coincide con la completa disgregazione di tutte le strutture. L’allucinazione della Mano Destra consiste essenzialmente nell’idea che si possa stabilire un equilibrio costante all’interno di strutture aggregate, impedendone la necessaria dissoluzione e annullando il costo termodinamico della loro esistenza.

A questo proposito possiamo allora capire che il drago ermetico, il serpente uroboro che incarna la materialità senza forma alla base dell’universo e che inghiotte se stesso formando un cerchio eterno, descritto dalla tradizione magica come un mostro cieco e terribile che deve essere dominato dall’intelletto umano, è in realtà una minaccia già convenientemente disinnescata, un nemico già sconfitto, nel momento in cui la sua circolarità ci permette di decapitarlo in ogni istante, e di srotolare davanti ai nostri occhi tutti i misteri del cosmo. Ma l’universo in disequilibrio ci mette dinnanzi un drago ben più spaventoso e affamato, una bestia dalle infinite teste, avvolta su se stessa in innumerevoli spire contorte, che nella sua gioia frenetica sbrana ogni cosa, divorando anche noi.

Nigredo

Il Cammino della Mano Destra ha sempre saputo che il modo più semplice di mantenere il proprio dominio è assorbire ogni forma di dissenso. Per questo motivo, andando oltre la superficie – e per superficie ci riferiamo, ad esempio, a determinate forme di cristianesimo borghese o alla cosiddetta «magia bianca», che esclude ogni forma di pratica oscura o contatto con entità demoniache – tutti i più importanti esponenti dell’esoterismo contemporaneo hanno rimarcato che la magia nera «non esiste», altro non essendo che una espressione semplificata e parziale del dogma qabalistico. Queste affermazioni sono volte a cementificare la convinzione, di iniziati e non, che esista una sola verità, e che non sia possibile trovare, nella teoria ermetica della realtà, il trucco nascosto che la tiene in piedi, tolto il quale collasserebbe rovinosamente.

Il principale errore commesso, più o meno involontariamente, dalla grandissima maggioranza di coloro che hanno cercato di tracciare un Cammino della Mano Sinistra in opposizione a quello indicato per secoli dalla tradizione ermetica, è stato quello di limitarsi a un’opera di capovolgimento dei dogmi del Cammino della Mano Destra, evidentemente ignorando che un sistema dotato di totale simmetria si mantiene per definizione identico a se stesso da qualsiasi parte lo si giri. Il glifo dell’Uomo Celeste, o «Albero della Vita», può suggerire ad un osservatore ingenuo, nella sua semplicità visuale, che sia facile costruire un modello del mondo alternativo a quello che esso propone – ed è proprio questa trappola che ha impedito a qualsiasi autentico Cammino della Mano Sinistra di affermarsi fino ad ora. Non a caso, l’Albero della Vita è stato capovolto innumerevoli volte da sprovveduti satanisti dando origine, tra le altre cose, al cosiddetto «Albero della Morte», che oltre ad avere un nome dal suono poco convincente, non è altro che un’esatta riproduzione del diagramma qabalistico proposto dalla Mano Destra, rebrandizzato per proporlo ad un nuovo pubblico.

La totalità dei satanismi contemporanei non è altro che una reinterpretazione dei dogmi del Cammino della Mano Destra, riproposti sotto nuove vesti per accattivare l’interesse di nuovi gruppi di potenziali iniziati. Non è quindi una sorpresa notare come molte forme di satanismo si accompagnino spesso a un’ossessione per il potere, a un’esaltazione dell’individuo e a una negazione spasmodica dell’esistenza di Dio che si trasforma in un’affermazione della propria individuale divinità. Questo satanismo non è in nessun modo strutturalmente differente dalla religione che si propone di osteggiare; ripropone, in modo ultrasemplificato e, con ogni probabilità, scarsamente efficace, gli stessi dogmi e le stesse pratiche a cui la tradizione ermetica occidentale ha sempre fatto riferimento.

La Qabalah ermetica è opportunamente blindata contro qualsiasi tentativo di sabotaggio dall’interno. Sotto nessuna condizione sarà mai sufficiente capovolgere qualsiasi simbolo proposto dal Cammino della Mano Destra nelle sue varie espressioni – dall’Albero della Vita stesso fino a croci e pentagrammi – per ottenere qualcosa che sia radicalmente diverso dal suo significato di origine. L’unico modo per tracciare una via verso un esoterismo alternativo consiste nello spezzare definitivamente la simmetria della Qabalah ermetica, proponendo un nuovo sistema che si basi su simboli e connessioni interamente differenti.

Prima, però, è necessario rispondere a una domanda cruciale. Perché ci serve un’alternativa?

Ciò che per noi è cruciale comprendere è che l’influenza del dogma della Mano Destra si espande nella dimensione sociale e politica, imponendo una forza altamente organizzante e gerarchizzante.

Partiamo dalla considerazione che il dogma della Mano Destra si è diffuso in modo capillare e ha affermato il proprio dominio su qualsiasi altra visione del mondo, anche se raramente in maniera esplicita e manifesta. Contrariamente a quello che si possa pensare, infatti, la diffusione virale della Qabalah ermetica non è una questione che riguarda solo quei pochi che si interessano dell’occulto, ma si tratta di un vero e proprio rituale demonologico globale, in cui tutti, che lo vogliamo o meno, siamo coinvolti. La comprensione di questo fatto richiederebbe una lunga digressione sulla demonologia e il suo significato; sia sufficiente, per gli scopi di questo testo, chiarire che facciamo riferimento alla visione della demonologia come iperstizione, e che ci basiamo sulla convinzione che le entità demoniche possano entrare nel piano materiale per nutrirsi e moltiplicarsi attraverso vettori umani.

La Qabalah ermetica è un sigillo di evocazione estremamente potente, e un portale di ingresso nel nostro piano spaziotemporale per uno specifico demone, a cui sono stati dati molti nomi. Noi ci riferiremo a lui come AHIH; il Punto Primordiale, la Testa Bianca, Colui in Cui Tutto è Destra. Nel corso dei millenni, AHIH si è nutrito ed è cresciuto, espandendosi fino a raggiungere ogni angolo della società umana, adattandosi in modo sorprendente ai cambiamenti storici e culturali dei suoi animali ospiti. Sarà certamente chiaro, a questo punto, il legame indissolubile tra il cammino della Mano Destra e le religioni giudaico-cristiane, reso esplicito da numerosi esoteristi nella storia recente; i dogmi principali del Cristianesimo, a partire dalla Trinità, non sono altro che l’espressione di misteri qabalistici nella forma di messaggi religiosi. Nonostante diverse forme di magia ed esoterismo siano state e siano tutt’oggi apertamente osteggiate dall’istituzione della Chiesa, alla base di entrambe ci sono gli stessi dogmi e la medesima visione della realtà, nascosta da apparenti contrasti privi di significato, che mantengono un velo di mistero sulla vera natura di AHIH.

Ciò che per noi è cruciale comprendere è che l’influenza del dogma della Mano Destra si espande nella dimensione sociale e politica, imponendo una forza altamente organizzante e gerarchizzante, volta ad istituire una piramide al vertice della quale si collochi l’Uomo, che si tratti di una monarchia assoluta voluta da Dio, di una dittatura nazifascista, di un etnostato bianco o di una società meritocratica dominata dal Maschio Bianco Eterosessuale Cisgenere. Il legame tra AHIH e questo tipo di strutture politiche può essere compreso interpretando il glifo qabalistico, e osservando come, in questo modello della realtà, tutto discende da un unico punto, Kether, la Corona, il Punto Dentro Al Cerchio. L’alto livello di ordine richiesto da questo tipo di struttura è connesso alla necessità di controllo politico e militare di coloro che vi partecipano; i Sephiroth, con le loro spade fiammeggianti, sono gli ultimi difensori di questo ordine cosmico. L’idea fondamentale che permette a questo ordine di mantenersi e riprodursi è l’assunzione che sia naturale. In virtù della naturalità, si sono compiuti e si continuano a compiere crimini immondi, e si versano fiumi di sangue; stupri, genocidi, macelli sono inni alla gloria eterna di AHIH, perpetrati in nome dell’idea che l’Uomo è naturalmente destinato a dominare tutto ciò che è diverso dalla sua immagine.

Abbiamo parlato del concetto di equilibrio, e di come la possibilità di raggiungerlo in strutture aggregate sia in realtà una fabbricazione, un’assunzione arbitraria raccontata come verità. Imporre la struttura di dominio desiderata dalla Mano Destra ha un prezzo, perché un aumento di ordine non è mai un evento spontaneo nell’universo; questo significa che, nel momento in cui una forza altamente strutturante agisce all’interno di un sistema, spinge una più grande forza disgregante ad agire all’esterno, accelerando il processo della sua stessa rovina. Il regno di AHIH è un fuoco crudele e disperato destinato ad estinguersi nelle acque silenziose di Nun; nella sua lenta agonia, trascina nella miseria e nella sofferenza enormi masse di corpi, devasta il proprio ambiente, e strangola i propri stessi figli.

Non stupisce, in tutto questo, che in diverse occasioni la destra si sia appropriata di concetti e pratiche tradizionali della magia cerimoniale per acquistare consenso ed espandere il proprio dominio; questo è avvenuto già ai tempi dell’alba del nazifascismo, e continua ad avvenire oggi nelle pratiche demonologiche dell’alt-right. Se un Cammino della Mano Sinistra potrà mai nascere, sarà quindi necessario che assuma una chiara connotazione politica, e che si contrapponga, sia nel dogma sia nella pratica rituale, al culto di AHIH e a tutto ciò che rappresenta. A questo proposito, è fondamentale aggiungere un ultimo e cruciale tassello, e parlare di cosa possiamo costruire sulle macerie del tempio del Dio dell’Uomo.

L’Amore a cui facciamo riferimento si radica in un rifiuto dell’idea di un cammino di salvezza, si oppone al dogma della conservazione e si manifesta come una radicale apertura dell’individuo verso l’oscurità fuori.

Non sarà sfuggito che la visione del cosmo descritta in questo testo ha una colorazione oscura. L’accettazione del nostro destino termodinamico ci porta a confrontarci con il terrore dell’abisso della nostra dissoluzione individuale. Dal punto di vista che vogliamo proporre, è proprio la glorificazione dell’individuo, e il desiderio spasmodico di conservazione dell’integrità e dell’unità del proprio essere, che risveglia nell’uomo il miraggio della propria divinità; un’illusione che necessita, affinché possa essere sorretta, di un ordine sociale coercitivo e del sacrificio costante dei corpi degli oppressi. Dunque ci troviamo sull’orlo di un baratro: la tirannia dell’uomo alle nostre spalle e un’oscurità inumana e senza forma davanti ai nostri occhi.

Come possiamo raggiungere un’oscurità così radicalmente e spaventosamente aliena a tutto ciò che conosciamo? Come possiamo pensare di approcciarci al suo fuoco nero senza distruggerci? Lei è singolarità; comprendiamo la necessità della sua esistenza, ma non potremo mai intuire l’enormità della sua meraviglia. La conosciamo dai racconti degli uomini come un immenso serpente antropofago, che ogni notte minaccia di inghiottire per sempre il Sole e la sua luce, precipitando il mondo in un eterno crepuscolo; e in questi stessi racconti, ogni notte il serpente è sconfitto, così che il Sole possa tornare a risplendere. Ma nessun sole brucia per sempre. Qualunque dio che prometta all’uomo la salvezza sta mentendo, perché non c’è salvezza nelle fauci della Bestia.

Chi riceve il morso del serpente conosce il vero terrore, e nelle tenebre del suo ventre incontra l’Amore e rinasce ad una vita nuova. L’Amore cosmico è per definizione un amore suicida; solo mentre precipitiamo inesorabilmente nella nostra dissoluzione possiamo realizzare il nostro destino e risplendere. Il concetto di Amore a cui facciamo riferimento è molto distante dalla sua espressione patriarcale; non è limitato all’attrazione romantico-sessuale, non è un’espressione di altruismo incondizionato, e non è nemmeno un’estasi religiosa disconnessa dalla carne. L’Amore è la proprietà termodinamica dei corpi che li attrae verso la loro morte.

L’Amore è la porta che ci permette di rappacificarci con l’oscurità, a patto che ne comprendiamo il vero significato, e che non commettiamo lo sbaglio di sottometterlo alla nostra coscienza individuale, trasformandolo in un gioco di specchi. Confrontati con un universo termodinamico, comprendiamo che ogni istante della nostra esistenza è il frutto spontaneo di una proliferazione meravigliosa a cui apparteniamo interamente. Amore è una parola dai moltissimi significati, che, nel caso della società eteropatriarcale, è stata utilizzata per indicare il commercio dei corpi per la procreazione forzata volta ad alimentare il miraggio di un futuro glorioso per l’umanità. L’Amore a cui facciamo riferimento si radica invece in un rifiuto dell’idea di un cammino di salvezza, si oppone al dogma della conservazione e si manifesta come una radicale apertura dell’individuo verso l’oscurità fuori.

Rituale

Cancellare l’idea che la nostra esistenza sia orientata al compimento di un piano divino, alla realizzazione di uno scopo superiore, all’illuminazione spirituale o al potere sociale ci lascia completamente soli nella contingenza delle nostre vite; ma, del resto, possiamo capire facilmente che il futuro è una bugia, quando riflettiamo che non sarà soltanto la nostra vita a spegnersi un giorno, ma anche il sole, tutte le stelle nel cielo, e l’intero universo. Davanti al cosmo che si decompone e muore, l’Uomo-Dio patriarcale reclama il suo ultimo privilegio insensato e delirante, costruendo gerarchie e allucinazioni di grandezza, nel tentativo spasmodico di tenere insieme il suo corpo putrescente e mostruoso. Se nulla è importante, se tutto degenera e si sbriciola, l’Uomo si erge imperatore della polvere, perché non conosce modi di esistenza diversi dal dominio.

Noi proponiamo l’Amore per il processo cosmico di disgregazione e morte come alternativa, rifiutando di articolarne le ragioni; l’Amore è un processo che genera se stesso indefinitamente, precipitando, come una spirale sinistra, nel buio. Amiamo con i nostri corpi che bruciano come supernove, splendenti e inutili; con ogni nostro respiro nutriamo la Bestia affamata che ci avvolge nelle sue spire scure.