Litorale
MEDUSA newsletter è nata nel 2017. Parla di cambiamenti climatici e culturali, di nuove scoperte e vecchie idee. Esce ogni due mercoledì e puoi iscriverti qui.
MEDUSA è anche un libro, che non è una raccolta dei numeri della newsletter ma un saggio narrativo sull’Antropocene: Medusa. Storie dalla fine del mondo (per come lo conosciamo).
L’anno è il 2022. Il luogo è il litorale romano. Ma potremmo essere ovunque. Sulla spiaggia spicca un edificio bianco e spartano con la fisionomia cadente di un baracchino. È un costoso ristorante di pesce.
Lungo la linea di costa il mare si è mangiato le dune, prima al ritmo di qualche centimetro e poi con morsi di metri ogni anno. Oggi l’acqua bagna il muro esterno e i vetri della sala. Quando le onde vanno in ritirata, la battigia mostra i piloncini di cemento, un tempo ben affossati nella sabbia, che ancora tengono in piedi la struttura. Quando le onde tornano su e si infrangono sulle mura, il ristorante somiglia a una nave pronta a salpare.
È un mercoledì caldo di fine primavera. Tre uomini in completo antracite salutano il capocameriere e si accomodano sulla terrazza al piano di sopra. Studiano velocemente il menù. Ordinano una catalana di gamberi con pomodorini gialli, moscardini in umido con olive taggiasche dop, un crudo misto gamberi-scampi-salmone, tartare di tonno con gelato all’avocado, tre sorbetti al lime con ceviche di sgombro. Tre spaghetti cozze e telline al profumo di zenzero. Un fritto misto abbondante.
Iniziano a parlare di lavoro.
– Non c’abbiamo un portafoglione eh
– Non c’abbiamo manco dieci miòni.
– No.
– E vabbè.
– Senti, ma a voi vi conta il nuovo regolamento o no?
– No.
– Eh no manco a me.
– Non mi cumula con quelli vecchi… L’incremento del 5 è calcolato solo sugli ultimi. Tu per fare il massimal devi fare il 9% di incremento.
– Invece agli RM conta pure quelli vecchi…
– Eh, vedi…
L’odore balsamico della pineta porta con sé ricordi di altre epoche, quando il bosco e la palude si inseguivano fino alla spiaggia senza che ci fossero ville o caseggiati a intralciare la corsa, solo ruscelli striminziti, cannucce, giunchi, olmi ed eucalipti, ed enormi nuvole di ginepro.
– Oh ma avete visto che è morto Marco Busiello. Poraccio. Gli è venuto un infarto. Manco sessant’anni.
– Poraccio.
– Lui è stato una leggenda.
– Sì.
– Era il papà di un mio compagno di scuola considera.
– Uno storico del nostro ufficio. Davvero. Che poi cambiò ufficio così, a sorpresa. Non so se ti ricordi il progetto che c’era di fare un private…
– Sì sì avoja. Ma io non l’ho mai conosciuto.
– Manco io, però mi hanno raccontato delle storie fantastiche su di lui.
– È stato amatissimo, un gran personaggio.
– Io che so’ vecchio ve lo posso di’. Che ricordi, madonna… Che storie… Praticamente… Abbiamo lavorato venti anni anni insieme, no? Dal ’93…. Stavamo all’ufficio Laurentina, hai presente, quello coi finestroni. Un giorno mi chiama mi dice ciao ho deciso che me ne vado a Fineco. Che grande. Un grande.
– Sì.
Il mare intanto si fa più grosso. Le onde si infrangono sulla vetrata al piano terra. Nessuno dei camerieri ci fa caso. Sopra, in terrazza, c’è un’aria umida e opprimente, appesantita dal vento caldo che adesso soffia senza tregua. L’odore balsamico della pineta porta con sé ricordi di altre epoche, quando il bosco e la palude si inseguivano fino alla spiaggia senza che ci fossero ville o caseggiati a intralciare la corsa, solo ruscelli striminziti, cannucce, giunchi, olmi ed eucalipti, ed enormi nuvole di ginepro.
Per un errore della cucina gli spaghetti arrivano insieme agli antipasti. I tre fanno gesto di lasciare pure sul tavolo, che non c’è problema. Riprendono a parlare.
– Senti ma Elisabetta sta con Giacomo?
– No.
– Aaaah ecco. Perché non ce la vedevo Elisabetta con Giacomo.
– No, no…
– Meno male dai.
– Puoi stare tranquillo Giova’…
– Tua moglie non lo so.
– Ahahahah!
– Ma sai che in effetti l’ho selezionata io Elisabetta?
– Ah ecco, vedi.
– Però hai fatto bene, devo di’. A parte tutto, hai fatto bene.
– Ma quest’anno chi altro hanno promosso?
– Quest’anno hanno fatto lei, Carraro e Ciani. E le altre due donne a Gregorio VII.
– Altre due donne hanno fatto?
– Due donne.
– Una la fanno manager di sicuro, alla prossima.
– Dici?
– In questo momento se c’hai 40 anni e vuoi diventà manager ti ci fanno. Se sei donna ti ci fanno.
– Sì è così.
– Assurdo guarda.
– In questo momento… basta che sei donna e ti ci fanno.
– Sì perché devono fare l’azienda ESG, capito?
– L’altra settimana c’ho provato di nuovo a spingere per De Floris. Niente. È un peccato, perché secondo me De Floris le caratteristiche ce le ha. È giovane, è bravo. Ha l’età giusta. Ma c’ha contro la Gonzi. La Gonzi è una che è entrata con me da Montepaschi. Una rompicoglioni.
– Come qualità di vita, comunque, fa’ la carriera da donna… mica male.
– Onestamente, guarda, se oggi mi chiedessero…
La frase rimane a metà. Il discorso si perde. Un cane senza padrone corre seguendo la risacca. Dalle casse dello stabilimento vicino, il beat stanco di una canzone estiva di qualche anno prima si mescola al tuono greve e sinistro del mare che invece sbatte forte contro le mura del ristorante. Mentre i camerieri portano al tavolo la frittura, si iniziano ad avvertire i primi chiari scricchiolii e poi rumori di ogni genere. I tre uomini continuano a parlare.
– Secondo me quest’anno, comunque, ci sarà uno sconvolgimento non da poco eh. Dei DM dei DR e degli AM.
– Eh Lui… Lui va giù duro me sa…
– Essì mi dà l’idea che Lui è fatto così. Alla fine è entrato con molta tranquillità. È arrivato il primo anno, tutto zitto, tranquillo, ha dato proprio solo un’aggiustatina. Invece poi in due anni ha già fatto il panico.
– Guarda Lui è una persona che devo dire mi sono trovato molto bene a livello umano proprio. Per quanto puoi conoscere un GM a livello umano, ovviamente… Io penso di averci parlato una volta, due volte al massimo. Ma a livello umano mi sono trovato benissimo.
– È vero, sì. Ci sa fare.
– Eh ma quest’anno, vedrete, ci sarà proprio il delirio.
Con un cozzo più deciso l’acqua rompe la vetrata e invade il piano terra. Nella sala, le creste di spuma delle onde ribolliscono sul pavimento. L’edificio oscilla un poco al richiamo della corrente, poi le fondamenta fradice finalmente cedono e il ristorante inizia a galleggiare. Va via libero tra i flutti. Gli uomini sulla terrazza non si spaventano per il dondolio. I camerieri sparecchiano il tavolo. Squilla un telefono.
– Dottore buongiorno. Ma si figuri sono molto felice di sentirla. Certo. Certo. Volentieri. Se ha qualche minuto allora le spiego. Intanto… No, no, mi dica lei, sì, mi scusi. Mi dica, mi dica, mi scusi. Diversificare, certo. Beh guardi dottore per le strategie abbiamo il nostro team di specialist. Certo. Ma lei capisce, se abbiamo a che fare con prodotti multi-asset… Ecco, l’ha detto lei dottore. Esatto. Beh le allocation le prendiamo noi ma le securities le deleghiamo a PM e strategist. Esatto… Esatto, riassunto perfetto. Certo, ma consideri una cosa… Ah no, certo. Questa è un’altra questione. Il green è tutta un’altra cosa. Sì filosofia energy transition. Beh è un fondo tematico molto richiesto oggi. Esatto. Versione long only e versione protetta. Tracking error al 5. Certo. Esatto. Esatto. Certo. È informatissimo, avvocato. Complimenti. Allora siamo d’accordo. Certo, ci pensi su. Ci aggiorniamo, mi scriva quando vuole. Arrivederci avvocato. Ci risentiamo.
– Ma era il dottore o l’avvocato?
– Miretti.
– Avvocato allora.
– Gli ho detto dottore?
La terrazza pencolante viaggia verso il mare aperto. Supera le onde più violente e si allontana dalla costa. Senza terrore né commiserazione i tre uomini ordinano il caffè. Al largo non tira un alito di vento. L’acqua è placida, ha l’aspetto semplice di una infinita lastra turchina.