Arab Electronica Playlist

Dal Marocco all’Arabia Saudita, dal Libano all’Egitto, piccola selezione di nuove sonorità mutanti

Pubblichiamo un estratto dal primo numero di Arabpop. Rivista di arti e letterature arabe contemporanee, ringraziando la redazione per la disponibilità.

Come raccontare le incredibili trasformazioni sperimentate dalla musica pop araba negli ultimi dieci anni in una playlist di un’ora? Semplice: mostrandone alcuni degli esiti più coraggiosi e inaspettati. Per questo primo numero a tema metamorfosi, dunque, Arabpop ha selezionato dieci brani di musica elettronica di vario genere, tracciando una mappa delle (tante) venature sonore che vibrano dal Marocco all’Arabia Saudita. Buon ascolto!

MAROCCO

Guedra Guedra, “The Arc of Three Colours”
Guedra Guedra, DJ e producer di Casablanca, si dedica all’esplorazione del retaggio africano, tanto magrebino quanto subsahariano, nel suo primo album Vexillology (On The Corner 2020). Un inno poliritmico a un mondo senza bandiere né confini.

TUNISIA

Nuri, “Abyedh”
Come altri compositori nordafricani della sua generazione, anche il tunisino Nuri allarga il campo dei suoi riferimenti musicali a suoni e voci subsahariani, recuperando un pezzo di identità magrebina spesso ignorato. Abyedh è tratta dall’album Irun (Shouka 2020), un trionfo di percussioni di ispirazione afro che vi farà ballare.

Mettani, “Allah by Night”
Il tunisino Mettani è fondatore della casa discografica Shouka e del collettivo multidisciplinare Arabstazy. Attraverso il riassemblamento e l’alterazione del patrimonio culturale classico, Mettani coltiva l’ambizione di mettere in discussione il modo in cui il mondo arabo percepisce sé stesso e viene percepito. Lo fa meravigliosamente con l’album Divīne (Shouka 2019), un viaggio sonoro nell’ambivalente mondo del sacro tra animismo, Islam e ateismo. 

EGITTO

Abadir, “Loved one”
Rami Abadir è un personaggio poliedrico e molto attivo: musicista, compositore e ingegnere del suono, questo trentanovenne egiziano è anche assiduo collaboratore della popolare testata musicale Ma3azef. Loved one è tratta dal suo penultimo album Liminal (Hush Hush Records 2020), un suggestivo e lunare viaggio ambient in cinque tracce altamente emozionali.

Abdalrahman Adel, “Into the Space”
Nata nel 2019, l’etichetta cairota Sound of Noize è una piattaforma per musicisti e visual artist sperimentali non solo egiziani. All’inizio del 2021 ha organizzato un festival di tre giorni in collaborazione con Hizz Ya Wizz, piattaforma berlinese di promozione della musica elettronica mediorientale. Questa traccia (2020) di space music dal sapore sci-fi è solo un esempio della varietà di stili che popolano il catalogo di Sound of Noize: una realtà da tenere d’occhio.

Yunis, “Rayieset El Diwan”
L’EP Mulid El-Magnun (Kafr El-Dauwar Records 2021) di Yunis è un progetto che mescola sonorità elettroniche e generi musicali del folklore egiziano: raccoglie musica sufi e shaabi da matrimonio e dà loro una veste elettronica ormai non più insolita, considerato il successo di realtà come l’electrosufi e il mahragan. Il risultato è ipnotico e trascinante.

LIBANO

NP, Cosmic Whales
La Ruptured Records di Beirut, fondata nel 2008 da Ziad Nawfal e Fadi Tabbal, ha ormai all’attivo un nutrito catalogo di dischi di musica elettronica di vario genere. Tra questi, spicca l’evocativo Lattices (2021) del duo NP (formato da Jad Atoui e Anthony Sahyoun), un rarefatto album ambient interamente composto e registrato in casa durante il lockdown del 2020.

Liliane Chlela, “2020”
Liliane Chlela è un’acclamata DJ e producer libanese che, dopo aver partecipato alle proteste dell’ottobre 2019 a Beirut (durante le quali è anche rimasta ferita), ha deciso di lasciare il Paese per trasferirsi in Canada. Malign/Benign (Amygdala Records 2020), da cui è tratto questo brano, è un EP dai toni scuri e un po’ claustrofobici: sensibile come un sismografo, Chlela rileva gli umori più cupi del Libano e li spara in faccia all’ascoltatore senza mezzi termini. 

SIRIA / GERMANIA

Shkoon, “Mohammed”
Shkoon è un trio siriano-tedesco che produce musica house e downbeat arricchita da campionature di pezzi strumentali della tradizione siriana e da linee vocali arabe. L’uscita del loro ultimo album Rima (Shkoon 2019) è stata accompagnata da un lunghissimo tour internazionale, che ha toccato ben sedici Paesi e definitivamente consacrato la formula di questo gruppo in equilibrio tra due culture. 

ARABIA SAUDITA

Msylma, “Inqirad (Rihab-U Dhakir)”
Msylma è un producer e cantante saudita dall’identità misteriosa. Questo brano è tratto dal suo primo, affascinante album Dhil-un Taht Shajarat Al-Zaqum (Halcyon Veil 2019), una straniante sovrapposizione di liriche in arabo classico e musica elettronica che spazia dall’industrial al grime passando per l’ambient. Una delle cose più belle successe alla musica araba negli ultimi anni, nel posto più improbabile a cui potevate pensare.

Ascolta la playlist completa su Spotify qui.

Fernanda Fischione  ha un dottorato in Letteratura araba moderna e contemporanea ed è attualmente research fellow Marie Curie. Si è occupata di musica pop e di protesta nei paesi arabi, su cui ha scritto diversi articoli e un capitolo per il volume Arabpop. Arte e letteratura in rivolta dai Paesi arabi (Mimesis, 2020). Ha tradotto dall’arabo Vita: Istruzioni per l’uso di Ahmed Nagi e Ayman al-Zorqani (Il Sirente 2016) e La fila di Basma Abdel Aziz (Not | NERO 2018).